Ieri, presso la sala della Libreria Claudiana messa a disposizione della Chiesa Valdese, si è svolto il 7° seminario di telefonia sociale organizzato dal Telefono Amico di Arcigay Milano… e quindi un po’ anche da me e Cristian!
Il titolo della tavola rotonda era: Immigrazione, disabilità, terza età: tabù e nuove frontiere dell’impegno sociale GLT in Italia.
Le relazioni sono state molto interessanti, nonostante conoscessi i contenuti perché ne avevamo discusso alle varie riunioni sentirli direttamente mi ha fatto rendere conto di quante altre problematiche girino intorno all’omosessualità.
Il primo argomento trattato è stata l’immigrazione. Qua i problemi sono due: da una parte la difficoltà di ottenere asilo politico perché omosessuali perseguitati in patria e dall’altra la difficoltà del coming-out all’interno del proprio gruppo di appartenenza. Molti immigrati per vivere la propria omosessualità sono spesso costretti ad allontanarsi dai propri compaesani, perdendo il loro aiuto, ed inserendosi in una società italiana che non è pronta ad accoglierli. Chi cerca invece rifugio è costretto a mettere in piazza la propria omosessualità e nel caso non riesca ad ottenere protezione il rientro nel proprio paese può essere estremamente pericoloso.
La seconda parte era dedicata all’omodisabilità. Le persone disabili e omosessuali vivono una doppia discriminazione sia con le persone “normodotate” che con gli altri disabili che spesso non si accettano l’un l’altro. Uno dei maggiori problemi che vivono è legato a trovare un partner o anche solo ad avere uno sfogo sessuale. In paesi più evoluti esistono delle associazioni che aiutano le persone disabili in tutti gli aspetti possibili. In Belgio ad esempio esistono dei gruppi che si occupano di supporto sessuale. Per quanto strano possa sembrare offrono qualcosa di necessario.
Le persone omodisabili vivono una doppia solitudine: quella della disabilità e quella dell’omosessualità. Un ragazzo omodisabile intervistato per uno studio su questo argomento è arrivato a dire: dove sono gli altri come me? Dove si nascondono?
La terza parte era infine dedicata agli anziani gay. Per loro il problema maggiore è l’avvicinarsi alla 4° età, ovvero quella in cui non si è più autonomi. Non potendo avere figli che li aiutino l’alternativa è un ospizio. Il problema è che hanno paura di essere discriminati dagli altri ospiti poiché non si sentirebbero a loro agio a parlare delle loro storie gay del passato.
Per tutte queste situazioni sarebbe importante poter fornire un aiuto come associazione gay. Anche per questo sono convinto che l’Arcigay dovrebbe avere anche un aspetto “professionale” che possa portare avanti discorsi complessi come questi. Sarebbe bello che il CIG di Milano diventasse un punto di riferimento per tutti coloro che hanno bisogno di un aiuto concreto in momenti di difficoltà.