Il 2010 sta per finire e fra poco partiranno i noiosissimi propositi per l’anno nuovo. Tra diete, palestre, amori e soldi saremo sommersi da servizi squallidi del telegiornale e trasmissioni su trasmissioni sull’orientamento delle stelle segno per segno (valido per donne, uomini, cani, gatti e alcuni fortunati pesci rossi).
Quello che dovremmo sperare per l’anno prossimo è di liberarci di un po’ di trash italico. Non parlo di quello politico – temo non ci sia speranza – ma di quello audiovisivo.
Il trash in sé può essere quasi considerato un esercizio di equilibrio: quanto ci si può spingere avanti prima che il trash diventi raccapezzo? Un esempio: quanto oltre la Patty Visconti si può andare prima che la testa cominci a girare e gli occhi diventino vitrei? I capelli di Moira Orfei sono oltre la linea di demarcazione della decenza? Quelli di Milva color Uniposca arancione sicuramente sì!
Le nuove generazioni non sono state vaccinate dall’urlo di Sandra Milo Ciro!!! Ciiiro!!! e rischiano quindi di essere sopraffatte! Qui si gioca con la vita della gente!
Tre esempi per esemplificare lo stato di degrado. Tre esempi che spero non si moltiplichino oltre la mezzanotte. Tre esempi che raggiugono il morboso e ci lasciano impotenti: Manuela Arcuri, Wilma De Angelis, e la Ficcanaso.
Il primo ci regala la più brutta pubblicità di sempre, quella del libro Il Labirinto Femminile. Notate la recitazione da pecoraia, lo stupore nel sentire il suono dell’SMS, lo zoppo passaggio dalla trama alla frase è bbbellissimo. Ma sopra di ogni cosa il vero capolavoro trash, due parole che tutto possono: lo strateggismo sentimentale!!!
Il secondo unisce una cantante mooolto lontana dal suo canto del cigno e una traduzione orripilante. Wilma De Angelis che azzarda una versione italiana di Bad Romance di Lady Gaga con tanto di ballerine epilettiche. Come non capitolare ascoltando queste parole già quasi eterne:
Dimmi, dimmelo di sì.
Lo vuoi capire che ti voglio così, un po’ selvaggio, e rude e tutto mio.
Voglio il dolore, lo voglio così, appassionato, dolce e solo mio.
Dimmi, dimmelo di sì.
Il terzo ci fa entrare in una dimensione più popolare, da festa paesana, da ballo di gruppo con trionfo di formaldeide e cappellini. All’urlo di ficcando ficcando ficcando una cantante cerca la notorietà accompagnata da un corpo di ballo scalcagnato che si muove seguendo la coreografia più triste della storia. Sconsigliato per i deboli di cuore ecco La Ficcanaso!!!
COTICA!!!! Ficca Ficca Ficca Ficca… NASO! :D