The History Boys

History Boys White

Ieri sera io, Cristian e Daria siamo andati al Teatro Elfo Puccini a vedere The History Boys di Alan Bennett con la regia di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani.

Questo un breve riassunto della trama:
È una storia di oggi The History Boys, commedia di Alan Bennett del 2004, vincitrice di 6 Tony Award e trasformata in film nel 2006. Ambientata in una scuola inglese, racconta di un gruppo di adolescenti alle prese con gli esami di ammissione all’Oxbrige, ovvero agli esclusivi college di Oxford e di Cambridge: sono ragazzi molto diversi tra loro ma affiatati, dal leader della classe, il donnaiolo Dakin, fino al fragilissimo Posner, innamorato per nulla segretamente di lui.
Hector, il professore di inglese (interpretato da Elio De Capitani) e Mrs Lintott la professoressa di storia (Ida Marinelli) hanno cercato di stimolare la loro curiosità oltre percorsi consueti e preconfezionati, infischiandosene del prestigio della scuola, delle tradizioni e delle convezioni. Ma il preside (Gabriele Calindri) è di tutt’altro avviso e, per la fama del suo istituto, li vorrebbe tutti ammessi alle università più prestigiose. Si apre così uno scontro che vede scendere in campo anche un agguerrito professore (Marco Cacciola), incaricato di dare una “ripulita” al loro stile, renderlo raffinato, “giornalistico” e spendibile al “supermercato del sapere”.

Come per le altre produzioni con la regia di Bruni-De Capitani lo spettacolo è di altissima qualità e riesce a dare importanza sia al testo che alla recitazione rendendo la messa in scena fluida e accattivante. La scena è composta da qualche sedia, alcuni armadietti, una lavagna, due cattedre e libri sparsi per terra: serve giusto a dare una collocazione ai personaggi che con la loro recitazione riempiono lo spazio.

The History Boys Black

Gli otto ragazzi protagonisti sono quasi un personaggio singolo e multiplo contemporaneamente. Ognuno ha il suo carattere, le sue aspirazioni e le sue paure ma sembrano quasi tanti corpi che costituiscono una sola vita sfaccettata. Non hanno ancora la nitidezza degli adulti (ma è davvero nitidezza la loro?) ma stanno lottando per diventare grandi, autonomi.

Gli otto attori sono straordinari e in scena riescono a rendere l’affinità del gruppo in modo estremamente naturale. Guardandoli ci si ritrova trasportati nelle nostre aule del liceo, con tutti gli scherzetti, i sentimenti mostrati o nascosti, lo slancio verso il futuro e la paura di lasciare il passato. Devono aver lavorato tantissimo per riuscire a rendere questo unico personaggio con otto voci e sinceramente riescono nel loro compito splendidamente.

Non tutti i personaggi sono adulti o ragazzi esiste anche una via di mezzo: Irwin. Viene descritto come giovane nell’aspetto tanto che uno dei ragazzi quando lo vede per la prima volta gli sorride come se fosse uno di loro. Si atteggia però ad adulto (con gli occhiali che non toglie mai) ma non sa ancora cosa farà da grande. E’ diviso tra questi due mondi: le sue ambizioni lo spingono avanti ma le sue insicurezze lo trattengono. Non è un caso che proprio Irwin debba fare i conti con l’attrazione verso uno degli studenti, un’attrazione che lo metterà a dura prova.

Anche Hector è attratto dagli studenti ma lui è più un omosessuale vecchio stampo: è sempre stato gay ma si è comunque sposato e si accontenta della compagnia dei giovani e di toccarli un po’ quando li accompagna a casa in moto. Irwin invece ha ancora la possibilità di vivere come gay al 100% e questo lo costringe a mettersi in discussione e lo porta ad uno stato di irrequietezza.

Alan Bennett parla spesso di omosessualità come uno stato non completamente compiuto. I suoi personaggi sanno di essere gay ma difficilmente lo esternano serenamente e si ritrovano a fare i conti con questa situazione nel loro intimo o in discussioni private. Lo stesso Alan Bennett nel libro Scritto sul Corpo parla, brevemente, della sua omosessualità e di come si sia sempre sentito a disagio e di avere ancora oggi l’impressione di non riuscire completamente a tirare le fila del suo orientamento sessuale.

In conclusione penso che lo spettacolo sia imperdibile, uno dei migliori di prosa visti negli ultimi anni. Vale la pena anche solo leggere il testo ma è nella recitazione degli attori che le pagine prendono vita e l’emozione si trasmette al pubblico. Inutile dire che alla fine una lacrimuccia mi è partita.

Comments

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.