Doppio Elfo

Nel giro di pochi giorni sono stato al Teatro dell’Elfo a vedere due spettacoli. Non avendo fatto in tempo a preparare due entry del blog separate, accorpo il tutto qua di seguito.

L'ultima recita di Salome

L’ultima Recita di Salomé
Il testo di Oscar Wilde nella regia di Ferdinando Bruni è stato inserito in un’ambientazione circense. La storia di Erode e Salomé viene presentata come spettacolo all’interno dello spettacolo e il profeta Iokanaan incatenato rappresenta lo stesso Oscar Wilde a metà tra un pagliaccio e un fenomeno da baraccone.

Dopo questo inizio un po’ spiazzante si entra nella storia di Salomé. Tutti i personaggi sono recitati da uomini e Ferdinando Bruni riesce magistralmente a trasmettere tutta la follia di Re Erode. Bravissimo anche Enzo Curcurù nel ruolo di Erodiade (sfido chiunque a recitare con quegli stivalazzi) mentre non mi ha completamente convinto Alejandro Bruni Ocaña come Salomé. Non c’era nulla di sbagliato nella sua interpretazione ma non era tridimensionale come le altre, il personaggio viene reso con movenze aggraziate e sospiri ma non ha niente di più di questo.

Il clima da circo trasforma un po’ tutti in macchiette ma questo non svilisce il testo, lo allontana anzi da un tempo troppo antico e lo avvicina al pubblico cancellando quello che la Bibbia ci dice di questi personaggi restituendo così un punto di vista non stereotipato. Mi ha molto colpito la scena finale quando Salomé parla con la testa di Iokanaan riuscendo a ribaltare il rapporto di potere tra i due e mostrando come l’essere stata respinta l’abbia portata ad una vendetta così atroce.

Questa esagerazione e il fatto che Salomé utilizzi la propria sensualità per ottenere quello che vuole la rende un personaggio estremamente negativo ma anche terribilmente moderno. Anche Erode che preferisce farsi prendere in giro ed essere tenuto in scacco solo per poter godere della vista del corpo della figliastra, rimanda a tutto quel sottofondo di frustrazione sessuale e divinizzazione dell’eccitazione fine a se stessa che si respira nella nostra società.

Anche se non uno degli spettacoli migliori della stagione questa Ultima Recita di Salomé fa ragionare e lo straordinario talento di Ferdinando Bruni vale da solo il prezzo del biglietto.

La Tempesta

La Tempesta
Questo secondo spettacolo non ha certo bisogno di presentazioni. Essendo una delle ultime opere di Shakespeare questo testo è molto contemplativo e tira le fila della vita del protagonista Prospero che per molti studiosi rappresenta l’autore stesso.

La messa in scena di questa produzione tende ad essere piuttosto classica. Prospero è chiaramente il burattinaio che muove a suo piacimento i personaggi naufragati sulla sua isola. Solo la figlia Miranda e il mostro Calibano sembrano avere libero arbitrio. Diverso il discorso per Ariel (trasformato in uno spirito maschile in questa produzione) che essendo suo schiavo vorrebbe essere libero ma non può.

Non ci sono molti spunti di riflessione nella regia, ma effettivamente il testo ne ha già moltissimi. Prospero è il centro di tutto e la scenografia si muove sotto i suoi comandi. E’ resa molto bene l’idea di smarrimento e di sovrannaturale. Un sovrannaturale in un certo senso più umano, visto che arriva da Prospero, rispetto a quello per esempio delle Streghe del Macbeth. La volontaria separazione dal suo bastone magico viene rappresentata quasi come un attacco di cuore. Senza i suoi poteri Prospero diventa un vecchio debole e malato. Ma l’applauso del pubblico gli restituisce la forza e così può concludere la storia ed abbandonare l’isola.

Purtroppo nessuno dei naufraghi colpisce per la propria recitazione. Ho trovato molto insipido Ferdinando, il figlio del Re di Napoli, che sfigura accanto ad una strepitosa Miranda. Veramente molto bravo Rolando Ravello nel ruolo di Calibano. Perfetto anche Umberto Orsini come Prospero.

Al prossimo spettacolo!

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