I Ragazzi Stanno Bene

The Kids Are All Right

Dopo solo due giorni ieri sono nuovamente andato al cinema questa volta per vedere I Ragazzi Stanno Bene. Il film racconta la storia di una famiglia non convenzionale composta da due donne lesbiche e dei loro figli avuti grazie allo sperma di uno stesso donatore. Il film non si concentra sulla formazione della famiglia ma su come l’equilibrio interno viene a cambiare quando i due figli contattano il loro padre biologico.

Inizialmente il film si focalizza sui due figli Joni di 18 anni e Laser di 15. Joni sta per andare al college e comincia a misurarsi con l’attrazione sessuale verso un amico mentre Laser è un giovane sportivo che passa la maggior parte del tempo con un amico un po’ fuori di testa. Un pomeriggio Laser e il suo amico trovano nella camera delle madri un dvd porno. Contro ogni aspettativa si tratta di un porno gay maschile e quando Laser viene scoperto le madri vogliono capire se loro figlio sia gay. Questa scena è molto divertente e tra imbarazzi ed errori di valutazione Laser rivela che lui e la sorella hanno incontrato il padre.

A questo punto sono le madri Jules e Nic a diventare il punto focale del film insieme a Paul: il donatore di sperma. La storia si fa più complicata, dopo un’iniziale incertezza cominciano ad avvicinarsi anche loro a Paul e Jules cade in una relazione puramente sessuale con lui. Questo è un po’ un tipico difetto dei film a tematica gay: almeno un personaggio deve cadere nell’eterosessualità. Le due donne litigano e soprattutto la figlia vive male la situazione con una tarda ribellione adoloscenziale.

A questo punto il film rischia di prendere una piega un po’ banale: la famiglia che si sfalda, la crisi dei figli e una nuova (strana) coppia che si forma. Fortunatamente prima della fine la situazione torna su binari meno sciocchi: le due donne supportate dalla famiglia e dalla lunga relazione si riavvicinano e si intuisce un lieto fine a tutti gli effetti.

Il film è molto bello, commovente e pervaso da un’aura di normalità. Non c’è spazio per l’omofobia, il film parla di una famiglia che probabilmente in passato ha dovuto lottare ma che adesso vive una quotidianità tipica di una qualunque coppia sposata con figli. Paul diventa un elemento destabilizzante non perché eterosessuale ma perché cerca di appropriarsi di questa famiglia: si affeziona ai figli e si rende conto che a 50 anni essere padre è qualcosa che lo attrae. Alla fine viene allontanato di Nic che gli dice: “se vuoi una famiglia fattene una, non rubare la nostra!”

Non si può definire Paul un personaggio negativo, è un bambinone che si accorge dell’importanza di qualcosa alla quale prima non aveva mai prestato attenzione. Anche Jules con il suo tradimento e Nic con la sua forza imperativa risultano molto vere e comunque positive. E’ un peccato che il ruolo dei figli (soprattutto di quello maschio) si perdano un po’ nel proseguire del film, sono entrambi elementi interessanti e fondamentali.

Tutti gli attori sono molto bravi ma Annette Bening è un palmo sopra tutti gli altri. Con il solo sguardo riesce a trasmettere il cambiamento nelle emozioni di Nic e nei momenti più complessi non perde il personaggio e non lo rende mai una macchietta.

Direi che è un film da non perdere che ti lascia con le sensazioni positive che nascono dalla forza dell’amore di una famiglia.

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