Un Marito Ideale

Un Marito Ideale

Ieri sera sono stato ancora una volta al Teatro dell’Elfo per l’ultimo spettacolo prenotato per questa stagione: Un Marito Ideale di Oscar Wilde.

La storia racconta di Sir Robert Chiltern un integerrimo uomo politico che però ha una macchia nel suo passato: un atto di corruzione politica. Quando Sir Robert viene ricattato, grazie ad una lettera, da Mrs. Cheveley comincia un intreccio di casi fortuiti che coinvolgono anche Lady Chiltern e Lord Goring un carissimo amico dei Chiltern. Tra incomprensioni e doppi intendimenti la vicenda finisce per concludersi per il meglio con i personaggi che imparano che la perfezione assoluta non è necessariamente sinonimo di felicità.

Il tema della corruzione politica è molto attuale nel nostro paese ed è uno dei motivi che ha spinto il regista Roberto Valerio a mettere in scena proprio questo testo di Wilde. Purtroppo i parallelismi non sono troppi perché Wilde era più interessato a schernire i membri della buona società per i loro atteggiamenti, più che per le loro azioni. L’atto di corruzione è quasi lasciato in secondo piano rispetto alle reazioni emotive e ai problemi di coppia che ne conseguono. Ad un certo punto è stata inserita una neanche troppo velata critica a Berlusconi che ha riscosso un meritatissimo applauso (la critica, non lui, ovviamente!).

Questa opera teatrale è divertente ma non raggiunge la raffinatezza della successiva Importanza di Chiamarsi Ernesto. Il personaggio di Lord Goring sembra un prototipo di Algernoon e la traduzione per questa versione ne accentua addirittura le somiglianze. Lo spirito dandy è azzeccato ma il rischio di trasformarlo in una macchietta è troppo alto. Si comporta da gay neanche troppo velato ma il personaggio non lo è e questo stride con la storia anche se il risultato è spassosissimo.

Anche il Conte di Caversham, padre di Lord Goring, potrebbe essere smussato un po’: passa troppo velocemente dal rigore estremo ad essere l’involontaria spalla del personaggio comico del figlio. Certo, il suo ruolo è praticamente quello di essere deriso, ma il divertimento deve nascere dalla contrapposizione, non dalla comicità delle sue azioni.

Gli attori mi sono piaciuti chi più chi meno ma ho purtroppo trovato Chiara Degani (Lady Chiltern) troppo rigida nella sua recitazione e nelle scene con Valentina Sperlì (Mrs. Cheveley) sfigura pesantemente. Un applauso anche a Pietro Bontempo (Lord Goring) anche se il personaggio aiuta a vincere i favori del pubblico.

Dal punto di vista registico lo spettacolo si muove in maniera fluida e classica. Solo all’inizio è stato inserito un aspetto insolito: si apre il sipario e gli attori stanno ringraziando il pubblico per poi procedere riavvolgendo la trama (con conseguenti movimenti al contrario) fermandosi su piccoli passaggi di alcune scene per poi approdare alla prima scena. L’effetto è molto carino anche se non ho colto un significato particolarmente interessante per questa scelta.

Ora non resta che aspettare un prossimo spettacolo o la prossima stagione dell’Elfo!

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