Il terzo film del Festival MIX che ho visto si intitolava 80 Egunean ed ecco un riassunto della trama:
Nella provincia basca Axun conduce una vita tranquilla con suo marito, un’esistenza movimentata solo dalla messa in paese, dalle chiacchiere con le amiche e dalle telefonate con la figlia stabilitasi negli Stati Uniti dopo un matrimonio finito male. Ma il tran tran quotidiano viene sconvolto quando Axun viene chiamata a dover accudire proprio l’ex-marito della figlia, rimasto vittima di un incidente stradale e senza parenti diretti. L’altro malato ricoverato nella stanza è assistito dalla sorella Maite, una vivace insegnante di pianoforte originale e spiritosa. E che sorpresa quando Maite si rivela essere la sua migliore amica di 50 anni prima che non aveva più rivisto da quel lontano passato! Il rapporto speciale che avevano da ragazze torna a vivere, le giornate acquisiscono un nuovo scopo finché Axun, dopo aver scoperto che Maite è apertamente lesbica, comincia ad interrogarsi sui sentimenti che prova per l’amica ritrovata, forse gli stessi che 50 anni prima non aveva avuto il coraggio di riconoscere…
Cosa ascoltare il cuore o la ragione? Un melodramma delicato, fresco e spontaneo con due protagoniste eccezionali, 80 Egunean è un film che conferma la grande vivacità della cinematografia euskara.
Il film è molto delicato e affronta un tema doppiamente interessante: da un parte l’omosessualità e dall’altra la poca autonomia delle persone anziane. La protagonista è infatti divisa tra lo strano sentimento che prova per Maite e l’aiuto che deve dare al marito che non sa vivere da solo. La figura del marito è molto tenera, sa di aver bisogno di Axun e vive la gelosia con la stessa foga di un ragazzo.
Il tema lesbico non è presente in maniera completamente nitida ma si mescola al concetto di amicizia. Quando l’amicizia tra le due donne si è trasformata in qualcosa di diverso? Quando erano ragazze o adesso? Ma è veramente necessario stabilirlo con certezza?
Nella nostra quotidiana lotta di rivendicazione dei diritti tendiamo a voler arrivare ad una definizione netta delle persone e spesso proprio nei film cerchiamo di ritrovare quello che desideriamo: Axun deve riconoscersi lesbica e deve cominciare una storia con Maite nonostante tutto, nonostante la sofferenza delle altre persone per questa scelta.
Il valore del film sta proprio nel fatto che ogni persona ha il suo vissuto e quello che ci sembra necessario dal nostro punto di vista non è valido per tutti. Alla fine chi sta meglio? Maite che nonostante il suo vivere l’omosessualità apertamente non è riuscita a costruirsi degli affetti stabili o Axun che qualunque sia il suo vero orientamento sessuale ha sempre dato grande importanza a tutti i sentimenti e a tutte le persone?
Tutto questo non denigra il lesbismo come se fosse un aspetto secondario di una persona, semplicemente lo inserisce nella somma delle esperienze e facendo così gli rende grande importanza.