Il secondo film del Festival MIX che ho visto si intitolava Sasha ed ecco un riassunto della trama:
La vita del giovane talentuoso pianista Sasha Petrovic si divide tra i valori tradizionali montenegrini della sua famiglia, trasferitasi a Colonia vent’anni prima e l’urgenza incontrollabile di fare coming out. La madre di Sasha sogna una brillante carriera da musicista per il figlio. Lavora come operaia a cottimo per pagare le sue lezioni di piano. Ma il ragazzo non ama il pianoforte. Ama il suo insegnante. E quando l’amato insegnante di piano, Mr. Weber, gli confessa che sta per lasciare la città, Sasha è disperato. Debutto del regista tedesco di origini ceche montenegrine Dennis Todorovic, Sasha è la storia inconsueta di un coraggioso coming out e dell’omofobia intrinseca nelle tradizioni dei migranti. Sullo sfondo una Colonia multietnica. Dark humour dell’est e bravura del cast, fanno di Sasha il miglior film in circolazione sul complesso tema dell’integrazione culturale. Che fine fanno i valori tradizionali delle minoranze nella nostra civiltà dei diritti?
A differenza del primo film questo mi è piaciuto moltissimo, divertente e commovente allo stesso tempo e con attori bravi e azzeccati per i vari ruoli. L’omofobia del padre di Sasha stride con un paese attento ai diritti come la Germania e riprende vagamente il filone migranti visto in Bend it like Beckham, My Big Fat Greek Wedding e Mambo Italiano.
Il personaggio di Sasha è straordinario perché riesce ad essere un giovane ragazzo gay senza cadere nella caricatura e l’attore è bravissimo nel trasmettere le sue emozioni principalmente attraverso i silenzi e gli sguardi. Molto azzeccato anche il personaggio di Jiao, migliore amica cinese di Sasha, anche lei moderna ragazza con un padre ancora fortemente attaccato alle tradizioni della sua terra di origine.
In questo caso il finale positivo non è forzato ma si inserisce fluidamente nel resto della trama. E’ un finale che trasmette un messaggio positivo alle nuove generazioni senza prendere in giro: un It Gets Better in un modo che non ti aspetti, un sogno infranto che ti avvicina alla vera serenità e apre le porte alla futura felicità.