Sputtana il Represso – Reprise

Un paio di settimane fa ho concluso l’ultimo post del sito chiedendomi come sarebbe andata a finire l’iniziativa di outing via web. Ora è arrivato il momento di tirare le fila.

Partiamo da Aurelio Mancuso il quale, come sospettavo, sembra proprio aver sfruttato questa iniziativa per pubblicizzarsi salvo poi allontanarsene a gambe levate. Il pomeriggio del 17 Settembre ho seguito un dibattito alla Festa Democratica di Milano dove era presente anche Aurelio. In quell’occasione ha prepotentemente preso le distanze dall’iniziativa, descrivendo i fautori come quei pazzi.

Pian piano è arrivato il giorno fatidico e i nomi sono apparsi. Molti erano piuttosto noti ma c’è stato spazio anche per qualche sorpresa. Alcuni quotidiani online hanno ripreso la notizia ma, come temevo, il tutto è stato lasciato solo a se stesso: niente dichiarazioni da parte dei nominati e poca insistenza giornalistica.

In fondo in fondo avremmo sperato in qualcosa di più. Dopo tutte le polemiche interne al movimento LGBT ci stava almeno un po’ di rumore e invece niente. La causa? Da una parte un giornalismo o di parte (i nomi erano tutti di centro destra) o troppo debole per fare abbastanza casino, dall’altra la totale mancanza di prove.

Possiamo girarci intorno quanto vogliamo ma scrivere dei nomi su una pagina web non ha peso senza qualche cosa di tangibile (e in Italia anche con quello si fa fatica). Noi omosessuali abbiamo il cosiddetto gaydar che in pratica è una forma mentis aperta alla diversità e alle sue manifestazioni. In linea di massima gli eterosessuali non si accorgono di certi atteggiamenti e quindi se per noi Formigoni o Calderoli sono chiaramente delle splendide, i nostri amici etero non si pongono neanche il problema.

Basare il tutto sul pettegolezzo non può essere l’unica strategia perché la macchina del pettegolezzo ha altri maestri. Non è un caso che Marrazzo e Sircana siano stati messi alla gogna per ogni aspetto ipoteticamente amorale del loro comportamento mentre Berlusconi può fare di tutto senza avere, per ora, troppi problemi.

Visto che sono stati annunciati ulteriori outing da parte di questi attivisti anonimi speriamo che in futuro la cosa sia gestita in maniera più adulta. Per ottenere qualcosa bisogna lavorare sodo e smettere di sperare che un piccolo gesto cambi tutto all’improvviso. L’unità nella nostra comunità e il punto di partenza e di arrivo ma invece di cercarla si preferisce fare a botte in una guerra tra poveri.

Finisco riportando un pensiero di Anna Paola Concia sperando che ci faccia riflettere tutti:

 

Anna Paola ConciaL’outing rappresenta una pratica estrema e violenta che non fa parte della mia cultura politica, ma in questo caso e’ senza dubbio figlia dell’esasperazione dei cittadini omosessuali e transessuali che ogni giorno sono vessati e costretti a subire discriminazioni inaccettabili e sono cittadini senza alcun diritto.

Voglio fare un appello, a tutti, sia a coloro che sono a favore, sia a coloro che sono contrari l’outing: non trasformiamo questa vicenda così delicata in una guerra tra bande. Da questa pratica estrema mi piacerebbe che scaturisse una riflessione collettiva su cosa significa la coerenza in politica, quali siano i limiti della privacy per i politici e su come viene percepita l’omosessualità nel nostro paese.

Sono convinta che se si aprisse una riflessione seria e condivisa su questa vicenda, il nostro paese potrebbe uscirne arricchito.

Io sono disponibile sin da subito a ragionare su questi tre temi: coerenza in politica, privacy e percezione dell’omosessualità nel nostro paese.

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