Settimana scorsa sono andato al Piccolo Teatro per il primo spettacolo del mio abbonamento alla stagione 2011/2012. Lo spettacolo che ho visto era Misura per Misura di William Shakespeare. Questo testo teatrale non viene rappresentato spessissimo ed è, in alcuni aspetti, uno Shakespeare un po’ insolito.
La commedia (anche se commedia dall’umorismo nero) racconta del Duca di Vienna e della sua città. Il Duca decide di allontanarsi per un viaggio diplomatico all’estero salvo poi tornare nelle vesti di un frate per spiare il comportamento dei suoi cittadini e di Angelo, suo fratello e regnante in sua assenza. Il fulcro della storia gira attorno alla libertà sessuale, quale sia il limite tra rapporti d’amore tra persone che si amano e fornicazione e quanto lo stato abbia il diritto di mettere il becco sulla vita privata dei cittadini.
Molto probabilmente il testo di questa commedia ci è arrivato in una forma successivamente revisionata da Thomas Middleton ed effettivamente molti elementi sono stridenti rispetto alle altre opere shakespeariane. Un esempio sono i personaggi giovani.
I giovani nobili nelle opere di Shakespeare tendono ad avere un comportamento fisso che può essere puro e inamovibile (come Cordelia) o spensierato (come i quattro ragazzi del Sogno di una Notte di Mezza Estate). I giovani di Misura per Misura e – in particolar modo Isabella – si muovono tra il desiderio di fare la cosa giusta e la ricerca della tranquillità personale che risulta anche un po’ egoistica.
Molto interessante è il personaggio di Angelo che cade dal suo trono di purezza (anche un po’ bacchettona) non appena incontra Isabella. Purtroppo non siamo davanti ad un personaggio indimenticabile che vive una crisi interiore, ma ad un personaggio che potrebbe essere più sfaccettato ma tutto il suo cambiamento si ferma ad un monologo e poi tutto quello che traspare è semplice cattiveria e paura di perdere il potere.
Dal punto di vista registico ci sono un paio di spunti interessanti ma manca una visione veramente innovativa che avvolga tutto lo spettacolo. Proprio i giovani nobili con questo carattere altalenante vengono dipinti come punk, tutti tranne Isabella che effettivamente è il personaggio più incerto, quello più difficile da categorizzare. Per questo personaggio è veramente necessaria un’attrice capace di trasmettere emozioni sottili e contrastanti, Alice Arcuri – in questa produzione – riesce ma non eccelle risultando petulante in alcune scene chiave.
Eros Pagni, nel ruolo del Duca, è bravo ma forse il personaggio non gli permette di mostrare completamente le sue doti. Gli altri interpreti sono azzeccati mentre non mi ha convinto completamente Gianluca Gobbi nel ruolo di Angelo.
In definitiva lo spettacolo è interessante ma, forse perché il testo non è completamente originale, non raggiunge i livelli di altre opere del Bardo. Questa è la descrizione dello spettacolo da parte della produzione… non sono riusciti – purtroppo – a trasmettere tutto quello che hanno scritto:
Misura per Misura è una “dark comedy” che affronta molti temi, anche contrapposti: lussuria e devozione, altruismo ed egoismo, pietà e rabbia, politica ed etica, giustizia e compassione. Dove è il discrimine tra bene e male? Che rapporto c’è tra libertà e morale? Manipolare il destino altrui è forse meno colpevole del bruciare al fuoco delle proprie passioni? Il Duca di Vienna è davvero migliore di Angelo? E che dire di tutti gli altri personaggi che popolano questa commedia ricca di eventi e di colpi di scena? Claudio condannato a morte per aver messo incinta la consenziente Giulietta prima di sposarla, la verginale Isabella dalle passioni latenti, il maldicente Lucio portatore dei toni più comici della commedia o Mariana che si strugge d’amore per Angelo che l’ha abbandonata alla vigilia delle nozze. Sono costoro veramente quello che sembrano o ancora una volta Shakespeare indaga tramite loro gli abissi più profondi dell’animo umano?