Sabato sera io, Cristian, Guido e Piergiorgio siamo andati al cinema a vedere The Iron Lady.
Devo dire che il film ha deluso tutti e quattro. Dai trailer mi aspettavo che gran parte del film fosse dedicato alla vita politica della Thatcher e invece l’attenzione è incentrata sulle difficoltà della vecchiaia e il rapporto col marito. Per dare un’idea i primi 20 minuti vedono lei anziana che gira per casa e non riuscendo a lasciare andare il marito morto da anni lo vede nelle sue allucinazioni e gli parla.
Attraverso molti flashback vediamo l’inizio della sua carriera politica, l’elezione a primo ministro, gli scioperi dei minatori e la guerra delle Falkland. Purtroppo questi passaggi storici sono scollegati tra loro e non si riesce ad avere un visione d’insieme di quegli anni.
In pratica quello che lega tutto quanto è la durezza e la tenacia della Thatcher che affronta tutte le situazioni senza mai ripensare alle proprie scelte e senza cedere neanche di un millimetro. Come sfondo a tutto questo si ha l’immagine di una donna anziana che sta perdendo l’autonomia ma, spinta dalla sua forza e testardaggine, non vuole ammettere le difficoltà.
Il modo in cui viene descritto il rapporto col marito e i figli è molto interessante. Da una parte c’è la sua carriera e dall’altra delle persone che trascura ma che hanno comunque una grande importanza. Con la figlia femmina è molto dura – forse perché lei non è forte abbastanza – mentre il marito e il figlio con il passare degli anni, e la demenza, diventano punti fondamentali.
E’ sicuramente interessante raccontare questo aspetto umano ma… non credo la Thatcher sia la figura migliore per portare avanti questo spunto. Lei è stata famosa per tutt’altro e prima di raccontare un angolo inedito penso sia il caso di focalizzarsi su quanto conosciuto. Il marito e i figli non avevano nessuna connessione con la politica quindi non è possibile mescolare i due aspetti, si è costretti a tenerli separati facendo perdere al film la compattezza.
Un film che ha gestito meglio i rapporti tra pubblico e privato è stato The King’s Speech. In quel film la parte storica era correttamente mescolata a quella familiare/psicologica non creando strappi.
Meryl Streep, come sempre, è favolosa! Dovrei rivedere il film in inglese per godere appieno della sua interpretazione, ma quegli sguardi senza perdono lanciati a chi andava contro di lei valgono più di mille parole. Anche i truccatori hanno fatto un lavoro perfetto. Più che sulla Thatcher adulta hanno fatto un miracolo sulla Thatcher anziana.
Penso che la regista Phyllida Lloyd debba fare ancora molta esperienza prima di essere considerata una regista di primo piano. Le voglio bene perché ha datto alla luce Mamma Mia! sia nella versione teatrale che cinematografia ma non riesce ad essere incisiva e se non ci fosse stata Meryl Streep e gli altri attori molto in gamba il film sarebbe stato in seria difficoltà.
Peccato, poteva essere una buona occasione e credo se ne siano accorti anche i produttori perché nel trailer hanno mostrato solo la parte storica e non quella della Thatcher anziana che oltre a interessare meno è anche quella più noiosa.