Ieri sera sono andato a vedere un altro degli spettacoli in abbonamento al Piccolo Teatro. Si trattava di Blackbird, un testo di Harrower, drammaturgo scozzese, che racconta una storia emotivamente complessa e scomoda. Ecco la sinossi dello spettacolo:
Blackbird è una perigliosa discesa nei sotterranei dell’animo umano: a partire da una storia vera, narra la drammatica vicenda di Una, giovane donna ormai adulta, che decide di incontrare Ray, l’uomo che molti anni prima ha abusato di lei. Ma non si tratta della cronaca ordinaria di un abuso: la pièce porta in evidenza un tema che tutti conosciamo ma lo guarda in modo più profondo.
Un teatro audace, che si fa sguardo altro sulle cose, che non smette di interrogarsi sui temi più scomodi. Così, lo schema che oppone la vittima al suo carnefice si stravolge: nelle mille stratificazioni del testo si legge una grandissima storia d’amore, vincolo crudele e indissolubile fra due esseri umani. Un teatro che scardina la comune verità e ci impone profonde riflessioni.
Partendo da una sinossi come questa è difficile capire cosa aspettarsi. Sicuramente il tema non è semplice e se lo si affronta in un modo nuovo (lo sguardo altro della sinossi) ci si incammina sul filo di un rasoio. Quanto è disposto il pubblico ad accettare il desiderio di una nuova vita se a desiderarla è un pedolfilo? Quanto si è pronti ad accettare che la vittima possa diventare una figura negativa?
Testo, regia e recitazione riescono a rendere benissimo le emozioni e i cambi di equilibrio tra i due personaggi. Il pubblico si trova a tifare prima per uno e poi per l’altra e continua così fino alla fine dello spettacolo. Ad ogni passaggio di lato si scopre un aspetto in più della psicologia umana e i contorni tra giusto e sbagliato diventano più sottili.
Un brusco cambio di rotta colpisce il pubblico quando appare in scena la figliastra di Ray, la bambina di una precedente relazione dell’attuale fidanzata dell’uomo. E’ davvero possibile che lui non abusi di lei? Dal passato si viene scaraventati sul presente e non si sa più cosa pensare.
Lo spettacolo ha un finale aperto, e non potrebbe essere altrimenti visto che prende spunto da una storia vera: nella vita reale le cose continuano a cambiare e quello che il pubblico chiama finale non è altro che una pausa nel racconto che, ignaro delle regole del teatro, continua il suo percorso.
Blackbird è uno spettacolo difficile, emotivamente carico ma che merita di essere visto sia per la qualità della messa in scena che per gli spunti di riflessione che lascia dello spettatore.