Magnifica Presenza

Magnifica Presenza

Ieri pomeriggio io, Cristian e Ivan siamo andati a vedere l’ultimo film di Ferzan Ozpetek: Magnifica Presenza.

Il film racconta la storia di Pietro, un ragazzo siciliano che si trasferisce a Roma e vorrebbe entrare nel mondo dello spettacolo. Pietro non è però il tipico aspirante attore:  è timido, un po’ stranetto e con quasi nessuna esperienza nel settore tanto da farlo sembrare un pesce fuor d’acqua.

Pietro trova casa a Roma e dopo qualche settimana si accorge di non essere solo nell’appartamento. Ozpetek riprende il filone fantastico popolando la casa degli spettri di una compagnia teatrale. Come mai sono lì? Cosa vogliono da lui? Come fare per mandarli via?

Come sempre nelle storie di Ozpetek quello che serve sono pretesti per raccontare un personaggio, una storia, un momento di cambiamento e questi fantasmi – in qualche modo – danno una spinta alla vita di Pietro.

Purtroppo il protagonista resta molto fermo nella storia, qualcosa cambia, ma non molto tanto da chiedersi perché lo stiamo seguendo. Una frase che dice alla cugina rende bene il personaggio: non riesco neanche ad essere gay, figurati etero.

Proprio questo è il limite di Pietro, è bloccato in questo suo modo di fare un po’ tonto e anche se le occasioni non mancano non si sposta mai, non cresce mai. Non si può neanche dire che l’essere omosessuale lo faccia soffrire, è un argomento assodato ma non vissuto, è un ambito presente ma ancora da esplorare.

Si fa quindi fatica ad affezionarsi alla storia proprio perché non si capisce quale sia l’anima della sceneggiatura. A parte questo gli altri elementi tipici del regista sono tutti presenti: personaggi bizzarri e sopra le righe, dialoghi serrati e divertenti e la musica turca in sottofondo.

Nonostante tutto, ad un giorno da quando siamo andati a vederlo, lo sento comunque come un film poetico e affascinante. Non credo diventerà tra i miei preferiti ma l’ingenuità di Pietro finisce per affascinarti e pur con la sua staticità permette al film di allontanarsi da svolte ovvie e a rimanere su un piano di magnifica semplicità.

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