My Fair Nushì

Le settimane passano ma oltre a lavorare riesco a fare qualcosa di ricreativo, per ricaricarmi un po’ di energia!

Happy Valley RacecourseSettimana scorsa Cristina e Mattia avevano dei biglietti per andare a vedere le corse dei cavalli all’Happy Valley Racecourse. Quella delle corse – con relative scommesse – è una passione che travolge l’intera città. Il mercoledì sera, giorno di gara, un ingorgo blocca tutta la zona dell’ippodromo, una struttura moderna curata come i nostri nuovi stadi di calcio.

I nostri biglietti ci permettevano di accedere alla parte più popolare dell’ippodromo, ovvero quella a bordo pista. Gli appassionati più danarosi possono affittare uno dei tanti skybox dove è possibile seguire in tutta comodità l’intera corsa avendo anche una vista privilegiata sul traguardo. La nostra zona era molto festosa, con persone di ogni età e origine e la possibilità di prendere caraffone di birra da bere tra una corsa e l’altra.

Con la birra in mano e appoggiato al bordo pista pensavo alla scena di My Fair Lady ambientata alle corse ad Ascot. Sicuramente il nostro stile era molto più sobrio ma ogni scusa è buona per sognare un momento musical! Ecco, scordatevi tutta quella immobilità e coordinazione alle corse a Hong Kong!

Cristina e Mattia hanno anche provato a scommettere, compilando una strana schedina che ricordava quelle del Totip. Purtroppo non hanno vinto niente, ma a 2 euro a giocata ci si sente meno in colpa! Dovevano capire che fosse una giornata sfortunata quando Mattia ha provato a postare su Facebook una foto e il correttore automatico del suo Android ha cambiato Happy Valley in Gatta Morta!!! Avevo le lacrime agli occhi dal ridere!

Accanto a noi si era posizionato uno strano ragazzino (di rara bruttezza) che faceva la cronaca telefonica delle corse. Chissà chi c’era dall’altra parte del telefono! Un borbottio allo stomaco ci ha fatto mettere da parte la curiosità spingendoci a prendere un menu di McDonald’s che da questa parte del mondo costa solo 3 euro! Fa schifo uguale, ma almeno non ci si sente rapinati! Dopo il panino abbiamo preso il tram e siamo tornati tutti a casa, appiccicaticci per il sudore ma soddisfatti di aver provato anche questa esperienza.

Time Bar Hong Kong

Il venerdì successivo ci siamo regalati una cena al vietnamita! Il ristorante è piccoletto ma si mangia molto bene. Dopo cena ci siamo spostati al T:me Bar, un localino gay in SOHO. Il posto è un misto tra Lelephant e il Mono: sciccoso come il primo e grande come il secondo. Non c’era molta gente (troppo presto o troppo tardi?) ma l’atmosfera era piacevole e il video del concerto di Madonna a Milano negli anni ’80 non lasciava dubbi sull’orientamento sessuale del locale!

Le cule sono uguali in tutto il modo, ci sono quelle che si danno un tono e quelle completamente sfrante ma a differenza di quelle italiane ancora non sembrano attaccate a Grindr come se fosse un cordone ombelicale. Dopo una birra veloce ci siamo fatti prendere dalla stanchezza della settimana e siamo collassati ognuno a casa propria.

Apple Store Hong Kong

La mattina dopo, rinfracato da una bella dormita, ho fatto una lavatrice, un po’ di spesa e poi sono andato a vedere l’Apple Store. Molto bello e scenografico ma pieno zeppo di gente!!! Da lì ho preso il ferry per andare a Kowloon e camminare lungo la Avenue of Stars. Diciamo che il risultato non è esattamente come quella di Hollywood ma ci hanno provato! L’unico personaggio che ho riconosciuto era Bruce Lee al quale hanno dedicato una statua.

Bruce Lee Avenue of StarsBruce Lee è venerato quasi come una divinità. Non solo per le arti marziali e per i suoi film, alcuni infatti credono che il suo spirito abbia poteri curativi e conseguentemente lo idolatrano.

La pausa successiva è stato l’Hong Kong Museum of Art. Proprio il giorno prima aveva aperto una mostra: A Lofty Retreat from the Red Dust: The Secret Garden of Emperor Qianlong. E’ stata una fortuna poter vedere la mostra, c’erano dei pezzi di una bellezza incredibile.

L’imperatore Qianlong si era costruito una sorta di rifugio all’intero della Città Proibita a Beijing. Si trattava di un luogo dove meditare e riposare circondato da mobili di fine fattura e oggetti provenienti da tutto il mondo. Qianlong amava le cose belle e scriveva poesie dedicate alla serenità e al riposo. In mostra c’erano solo alcune opere che sono sopravvissute al passare dei secoli, nel ‘700 questo giardino segreto doveva essere un vero e proprio scrigno di tesori.

Hong Kong Museum of Art

Il resto del museo è di più difficile comprensione per noi occidentali. Aree intere sono piene di quadretti con un titolo del tipo donna con gallo, pianto improvviso, incontro con farfalla o spavento inaspettato. I quadretti rappresentano esattamente il titolo con una poesia (immagino, era tutto in cinese) che accompagna l’immagine. Artisticamente non sono niente di ché, probabilmente per loro hanno un significato diverso…

Ladies' Night Market

Nonostante la stanchezza avevo ancora una destinazione: il Ladies’ Night Market a Mong Kok. Si tratta di un mercato stabile perfetto per trovare souvenir, magliette e qualche pacchianeria. La regola è: contrattare! Il prezzo giusto è almeno la metà di quello iniziale. Le ragazze che tengono i banchetti arrivano a rincorrerti tra la folla per proporti un nuovo prezzo!

Fortunatamente il pomeriggio non è troppo affollato, altrimenti mi sarebbe venuto un colpo! Ho comprato qualche regalino e mi sono attardato alle bancarelle che mostrano il funzionamento degli oggetti in vendita: sembrava di essere al mercato di Sant’Ermete a Forte dei Marmi!!!

Ngong Ping 360

La mattina dopo non potevo certo stare fermo così ho preso la metropolitana fino a Tung Chung e poi la cabinovia fino a Ngong Ping.

La cabinovia offre una vista dell’isola artificiale dove hanno costruito il nuovo aeroporto prima di inoltrarsi nelle montagne. Pagando qualche dollaro in più è possibile avere la cabina con il pavimento di vetro, solo per chi non soffre di vertigini!

A Ngong Ping hanno costruito un piccolo villaggio stile Gardaland dove trovi il trionfo del souvenir commerciale e le stupidate per turisti. In pochi passi però si esce dal villaggio posticcio e si raggiunge l’ingresso del monastero di Po Lin e la statua del Buddha Gigante.

Prima però ho seguito il Wisdom Path, una passeggiata di mezz’ora circa in mezzo al bosco. A Ngong Ping le nuvole erano molto basse, tanto da avere pochissima visibilità in alcuni punti. Questo ha reso molto affascinante la passeggiata! Ad un certo punto ero completamente da solo nel bosco e dalla nebbiolina ho visto apparire una ragazza occidentale, ferma in mezzo al sentiero. Passandole accanto ho sbirciato per capire cosa stesse facendo ferma immobile: si stava limando le unghie!?!?! Devo prenderla come un’indicazione di qualche tipo? In fondo ero sulla strada della saggezza!!!

Finita la passeggiata ho visitato il monastero e sono salito fino a Giant Buddha. Le nuvole non permettevano di godersi appieno il panorama, ma forse questa condizione atmosferica ha reso il posto più magico e spirituale.

Stanco da tutti i giri ho ripreso la cabinovia e questa volta avevo tutta la cabina solo per me! Mi sono goduto il paesaggio in assoluta tranquillità e poi sono andato diretto in appartamento.

Non dimentichiamo le cose curiose che noto girando in quà e in là! Le ragazze cinesi ruttano, ma gli uomini cinesi scaracchiano. Anche in questo caso fa piuttosto schifo, fanno un rumore allucinante ma – almeno – non sputano niente!

Oggi mentre ero in bagno ne ho sentito uno che è andato avanti almeno due minuti a smuovere tutto il contenuto delle cavità nasali! Bleeeehhhhhh!!!!!

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