Oramai mi restano solo pochi giorni di permanenza a Hong Kong, ma questo non significa che non possa sfruttarli appieno!
Martedì scorso ho partecipato ad un evento di networking per lavoratori gay in un bar in SOHO. La serata si chiama Fruits in Suits e viene organizzata una volta al mese. Questa volta il titolo era speedos, jocks and smelly socks perché sarebbero stati presenti anche dei gruppi sportivi gay.
Subito dopo il lavoro ho preso autobus, metropolitana e escalator per arrivare al Club Veto, situato al terzo piano di un grattacielo di Hollywood Road. Per partecipare alla serata si pagano 5 euro e appena entri ti danno un’etichetta adesiva con sopra il tuo nome. Era come essere a Ok il Prezzo è Giusto! 100 100 100!!!
L’ambiente è estremamente amichevole e in pochi minuti avevo già conosciuto un po’ di ragazzi da diverse parti del mondo. Si parla molto di lavoro ed è un modo interessante per scoprire cose nuove e magari trovare nuove opportunità di carriera. Ovviamente è un modo per conoscere persone anche sul piano personale, ma non si respira quell’aria di chi mi posso portare a letto o cercasi fidanzato con cui condividere appartamento e un gatto di nome Grizabella che è comune in gruppi omosessuali.
Durante la serata è prevista anche una pesca di premi offerti dagli sponsor. Durante il primo giro di estrazioni sono stati messi in palio degli zainetti e marsupi sportivi, dei prodotti per il corpo e un set da vino con tanto di bottiglia. Ho dovuto aspettare il secondo giro di estrazioni per vincere qualcosa di… improbabile. Il mio premio è un accesso gratuito per tre mesi ad un sito di incontri gay per ragazzi asiatici. Diciamo che terrò la tessera come souvenir!
L’ultimo premio era il più ghiotto sia come valore che come idea alle spalle. Si trattava di un buono da 1.500 euro per l’acquisto di abbigliamento sportivo della Tsunami. Più che per il solo vincitore, questo buono è dedicato a gruppi sportivi che hanno bisogno di abbigliamento specifico. Regalando il buono ad una persona omosessuale è un modo per aiutare i gruppi sportivi gay di Hong Kong.
A proposito di gruppi sportivi quella sera c’erano nuotatori, pallavolisti e calciatori. Questi ultimi erano i più visibili perché avevano la maglietta della loro squadra: One-Nil. Molto carino anche il loro volantino pubblicitario con lo slogan Ditch the Bitches!
A Novembre quando sarò di nuovo da queste parti, spero di tornare a questa serata!
Arrivato il weekend ho cominciato i miei piccoli giri alla scoperta della città. Sabato mattina, sotto una cappa di umidità imbarazzante, ho passeggiato per Hong Kong Park. Non immaginatevi Central Park o Hyde Park, non c’é abbastanza spazio!
Il parco è più una zona ricreativa dove si può stare all’aperto ma anche visitare alcune cose. In particolare c’é una serra dove hanno ricostruito un ambiente secco e uno umido con tantissime piante ammucchiate in questo spazio non grandissimo. A pochi minuti di distanza c’é anche un’enorme voliera con 600 tipi di uccelli. Passeggiarci dentro è molto rilassante con quel cinguettio di sottofondo.
Un’altra meta che non potevo assolutamente perdere è il Flagstaff House Museum of Tea Ware. Il museo è all’interno di una casa molto bella e contiene diversi tipi di teiere e tazzine utilizzate nei vari secoli per le cerimonie del té. In pratica è una casa piena di bricchi!
Il pian terreno contiene la parte più storica con set di varie epoche e video con spiegazioni su come si coltiva la pianta del té e come si prepara la bevanda nelle varie tradizioni cinesi. Al piano superiore sono presenti bricchi più moderni con alcuni design meravigliosi! Hanno anche fatto un progetto con le scuole per permettere ai ragazzi di creare i propri set personalizzati e i migliori sono in mostra in una stanza.
A quel punto il caldo si era fatto troppo soffocante e sono tornato in appartamento.
Domenica assieme a Cristina e Mattia sono andato a vedere Saltimbanco del Cirque du Soleil! Dopo un veloce pranzo a base di hot dog (con una senape pestilenziale), siamo arrivati all’Asia World Expo dove era stato allestito lo spettacolo. L’arena era ricavata da un padiglione della fiera ed era più o meno triste come il Palasharp di Milano! A parte questo la nostra posizione era ottimale per goderci appieno lo spettacolo.
Il Cirque du Soleil ha uno stile tutto suo che lo ha reso un prodotto unico al mondo. I suoi spettacoli hanno un ritmo perfetto e uniscono le abilità degli acrobati ad una regia raffinata. Diciamo che è un bel passo avanti rispetto a Moira Orfei e la sua cofana dai mille segreti!
L’unico vero problema che abbiamo avuto è stato il freddo. Nell’arena c’era un vento gelido assassino! Per fortuna mi ero portato dietro una sciarpona che ho usato come scialle. Sembravo nonna Abelarda ma almeno non sono andato in ipotermia.
Finito lo spettacolo siamo tornati in città in taxi e il tassista aveva sul cruscotto una costruzione che reggeva e teneva in carica cinque cellulari! Aveva paura di rimanere scollegato? Arrivati a Tsim Sha Tsui abbiamo fatto due passi per le vie dello shopping. Questa zona è piena zeppa di gioiellerie. Molte appartengono ad una catena chiamata Chow Tai Fook che è fortissima a Hong Kong. Quando gli honkonghini si sposano è tradizione regalare bracciali e collane in oro giallo superpacchiane. In vetrina vedi delle mostruosità gialle piene di ghirigori che farebbero impallidire una donna di mafia!
I simboli più usati sono il drago (che sappresenta lo sposo) e la fenice (che rappresenta la sposa). Ci sono poi delle strane nuvolette con simboli cinesi e maiali con maialini che bevono il latte materno. Vedendo il livello di pomposità mi sono chiesto se il sud Italia non sia in qualche modo imparentato con la Cina… cosa avrà combinato Marco Polo durante i suoi viaggi?
Dopo un giro shopping in uno dei mall presenti nella zona abbiamo deciso di andare a cena, niente di strano se non fosse che erano le 6 di pomeriggio!!! Il povero hot dog pomeridiano era troppo misero per poter farci arrivare fino all’ora di cena così ci siamo gettati dentro un ristorante di Dim Sum.
I Dim Sum sono piatti tradizionali della cucina cinese e molto tipici a Hong Kong. In pratica sono piattini con piccole porzioni da mangiare assieme al té. In Italia conosciamo semplicemente i ravioli al vapore (15 minuti al Moulin Rouge!!!) con le loro variabili, qua invece puoi scegliere tra centinaia di Dim Sum diversi!
Ce ne sono di ogni tipo: con maiale, con gamberi, al vapore, fritti, dolci, salati, scivolosi, croccantosi, spumosi ecc. ecc. La cosa bella è che assaggiandone uno o due per tipo non ti stanchi ma e se proprio uno non ti dovesse piacere, passi a quello dopo e il gioco è fatto!
Cristina mi ha raccontato un’altra tradizione locale. Quando qualcuno ti serve il té è tradizione battere indice e medio due volte sul tavolo per dire basta e per ringraziare. Pare che un imperatore cinese volesse visitare il proprio regno senza essere riconosciuto. Si è quindi travestito da servitore mentre il suo servo da ricco mercante. Quando l’imperatore serviva il té al servo, quest’ultimo batteva due volte le due dita sul tavolo per rappresentare la genuflessione che era solito fare quando era lui a servire il padrone. Ed ecco spiegato il senso del gesto!
Finita la cena abbiamo visitato un ultimo negozio: G.O.D. Good of Desire. E’ una sorta di Cargo High-Tech locale con oggettistica varia, abbigliamento e arredamento. Ci sono un sacco di cosine carine, ideali per pensierini e souvenir. Purtroppo non tutto è a buon mercato, ma a cercare bene si trova sempre qualcosa.
Stanchi per la lunga giornata abbiamo passeggiato verso il ferry e ognuno è tornato a casa propria.