Mercoledì scorso io e Pave siamo andati a vedere Brave, l’ultimo film della Pixar. Questo film di animazione racconta la storia di Merida, una giovane principessa che non accetta di doversi sposare solo perché questa è la tradizione del suo paese. Aggiungiamo un’ambientazione scozzese, una strega e delle trasformazioni e il gioco è fatto.
Ok, state già dormendo? Effettivamente la trama non è delle più intriganti anche se la Pixar ci ha abituato a idee geniali e colpi di scena. Purtroppo questo film sembra il risultato del dopolavoro Pixar: qualche spunto carino non sviluppato, tecnicamente ineccepibile ma senza una vera e propria anima.
Ma scendiamo un po’ nei dettagli. L’inizio del film ci racconta di Merida da piccola e del suo amore per i genitori. Passiamo poi a Merida adolescente che non sopporta le continue regole che la madre le rifila in continuazione su come essere la perfetta principessa. Spinta da orgoglio e voglia di libertà Merida rompe le regole della tradizione, litiga con la madre e scappa dal castello.
Eccoci arrivati al punto di svolta. Sappiamo tutti che la fine porterà Merida e la madre a ritrovarsi a metà strada imparando l’una dall’altra come essere migliori ma la domanda è: come ci arriveremo a questo risultato? Proprio in questo passaggio la trama perde di originalità e invece di seguire un tema epico – come l’ambientazione suggerirebbe – ne segue uno da film per la tv anni ’90.
Compare la figura di una strega con aspetto alla Miyazaki e humor alla Hocus Pocus che si rivela avere un ruolo importante nel passato di questa terra scozzese. Questo personaggio non è abbastanza sviluppato. Poteva incarnare l’ambiguità delle streghe del Macbeth, oppure rivelarsi come malvagio Deus Ex Machina e invece ha solo un divertente siparietto, necessario ma troppo limitato.
Un tema portante del film è: se avessi la possibilità di cambiare il tuo destino, lo faresti? Di nuovo troviamo similitudini col Macbeth ma non vengono esplorate, come se una domanda così difficile non fosse adatta ad un film di animazione. Eppure la Pixar non ha mai avuto paura di esplorare territori scivolosi, sembra quasi che la produzione avesse seguito un percorso e poi cambiato rotta, scegliendone una più facile e monotona.
Non mancano i momenti divertenti, i colpi di scena e le emozioni ma purtroppo non bastano. Dallo stesso mix di ingredienti si poteva ottenere un risultato migliore. Certamente non tutto è da buttare, alcune scene sono memorabili e la qualità dell’animazione 3D è strabiliante ma manca quel qualcosa di veramente magico che ti rimane nel cuore.
Qualche sito internet LGBT ha anche ipotizzato che Merida possa essere il primo personaggio lesbico della Disney. Temo che abbiano fatto un salto mentale troppo lungo. Va bene che non si vuole sposare e che ha un modo di fare indipendente ma l’omosessualità non ci azzecca proprio per niente in questo film!
Un mio amico incontrato per caso al cinema ha riassunto perfettamente questo film dicendo che: è molto meno Pixar e molto più Disney. Credo abbia perfettamente ragione e non perché essere Disney sia qualcosa di negativo, ma perché rappresenta un modo di far cinema un po’ vecchio e forse troppo legato al marketing, come se l’input fosse quello di creare una nuova Principessa Disney da inscatolare e vendere nei negozi di tutto il mondo.
Questo Brave è da vedere ma rischia di lasciare un po’ delusi. Per dimostrare il cambio di rotta, guardate la differenza tra il teaser e il primo trailer.