Lawrence of Abu Dhabi

Questa settimana mi ha nuovamente visto impegnato in un viaggio di lavoro. Questa volta però sono stato via solamente 4 giorni con destinazione Abu Dhabi!

Tutto quello che sapevo di questa meta era che fosse negli Emirati Arabi Uniti, che ci fosse tanta sabbia e che ci avevano girato Sex and the City 2. A parte gli scherzi non partivo con troppa curiosità ma con la semplice voglia di vedere un posto nuovo.

Gli Emirati Arabi si sono lanciati nel settore del turismo di lusso sfruttando la posizione geografica che li rende un perfetto scalo per Asia, Africa e Australia. Il petrolio ha fatto esplodere questo paese che non ha perso tempo nell’investire in quanto di più lussuoso e luccicante ci fosse. Abu Dhabi e la vicina Dubai sono il simbolo di questa crescita esponenziale anche se in questi tempi di crisi ci si comincia a chiedere se la loro economia sia veramente sostenibile.

Passiamo però a parlare della mia esperienza diretta. A Malpensa in coda per fare il check-in ci si rende subito conto di quanti voli transitino per gli Emirati Arabi. Sul mio volo diretto c’erano moltissimi cinesi (ancora!), australiani (che dio li abbia in gloria) e italiani pronti per un’avventura esotica lontana lontana. Pochi passeggeri avevano come destinazione finale Abu Dhabi e la quantità di gente che fa solo scalo è impressionante.

Davanti a me in coda c’era un ragazzino italiano appena maggiorenne diretto a Sydney. Faceva tenerezza con il suo bagaglio a mano ben etichettato e i genitori divisi tra lasciargli sbrigare le questioni pratiche (il padre) e controllare ogni sua mossa (la madre). Secondo me i genitori sono convinti che starà via solo un mese per raffinare l’inglese ma lui si farà una vita down under e tornerà tra 10 anni mano nella mano col suo marito australiano che sarà sicuramente un bono pauroso con un accento incomprensibile. Perché sì, quell’acerbo ragazzetto biondo con gli occhi chiari non può che essere gay e alla ricerca della propria libertà :-)

Il volo è stato lungo ma tranquillo. Ci vogliono almeno 6 ore per arrivare e – ovviamente – ero circondato da bambinetti urlanti: ma quante famiglie viaggiano oggigiorno??? Verso metà strada mi sono alzato per andare in bagno. C’era un po’ di coda e un ragazzo di Melbourne ha attaccato bottone. Dopo 5 minuti eravamo amici d’infanzia da un paio di generazioni ma la cosa più curiosa è quello che mi ha detto quando il bagno si è liberato e toccava a me: enjoy! Ora, ve bene che la pipì può essere liberatoria, ma enjoy mi è sembra un augurio un po’ curioso hehe!

Abu Dhabi HumidityQuando finalmente sono arrivato c’era un omino indiano pronto ad accogliere me e il mio collega e portarci in hotel. Incredibilmente il cartello aveva i nostri nomi corretti, ma nella ricevuta hanno fatto un mix e il mio nome è diventato Michele. Messo piede fuori dall’aeroporto il vento caldo e umido mi ha travolto e i miei occhiali si sono completamente appannati: sono salito in macchina come un novello Mister Magoo agile come non mai!

Per la strada si possono notare un paio di elementi piuttosto comuni. Per prima cosa c’è una passione smodata per i dossi. I guidatori più pimpanti inchiodano in continuazione per superare i dossi e subito dopo sgasano. I dossi sono di ogni forma, colore e dimensione e rompono le scatole non poco. Altro aspetto – decisamente più locale – sono le foto di sceicchi ed emiri ad ogni angolo e diversi a seconda delle zone. Quasi tutti sfoggiano uno sguardo torvo e superiore e alcuni fanno quasi impressione. Ma servono a regolare il traffico o a causare incidenti perché troppo brutti?

Dopo aver poggiato i bagagli (la stanza era enorme e bellissima) abbiamo fatto due passi per scegliere un ristorante. Una delle cose che si notano quasi subito è che la percentuale di forza lavoro straniera è altissima. Con l’esperienza dei giorni successivi posso dire che le cameriere sono quasi sempre asiatiche, i contabili indiani e i tassisti hanno nomi arabeggianti (ma chissà da dove arrivano esattamente). E’ curioso pensare come nel nostro paese lo straniero sia visto come una minaccia, mentre da loro come risorsa fondamentale.

Abu Dhabi Ferrari WorldNel pomeriggio del secondo giorno ho avuto un po’ di tempo libero e in mezz’ora ho visitato il Ferrari World. Per prima cosa ho provato Formula Rossa, il coaster che simula la monoposto! Una volta sistemato sul trenino ti vengono dati degli occhialoni di plastica di protezione e poi… vieni sparato a 240 km/h in 4,9 secondi!!! All’inizio non riesci neanche a respirare tanto è repentina l’accelerazione (fino a 1,7 volte la forza di gravità) e poi il resto del percorso è un semplice coaster neanche troppo elaborato. La scarica di adrenalina è fortissima e alla fine del giro sei stropicciato ma esaltato!

Subito dopo ho provato il secondo coaster, Fiorano GT Challenge, che immagina una gara tra due macchine con sorpassi e curve da Grand Prix. Dopo il Formula Rossa è come andare sul Brucomela ma non è colpa sua, poverino! Subito dopo è stato il turno di Speed of Magic che si è rivelato essere niente male. In pratica sali su un vagone che può ruotare su se stesso e vibrare simulando una corsa contro una sorta di omuncolo tignoso. La vera figata è che grazie agli occhiali 3D si è immersi in una serie di scene tridimensionali molto convincenti e dopo poco non si capisce quando ci si muove davvero o è solo un effetto ottico. Ultima giostra prima di tornare in hotel è stata V12 l’unica attrazione acquatica del parco. In pratica si viaggia nelle varie parti del motore sul un battellino e si incontra qualche piccola discesa. Non è niente di emozionante ma alla fine ci si inzuppa e si esce contenti, belli e bagnati come i bambini scemi. Purtroppo le varie sezioni non sono completamente oscurate rispetto al resto, così che si vede cosa succederà dopo.

Diciamo che il Formula Rossa vale da solo il prezzo del biglietto, così come la bellissima struttura del parco. Andare però fino ad Abu Dhabi solo per il Ferrari World potrebbe essere un po’ troppo. La cosa curiosa del parco è che riescono a raggiungere una clusterizzazione del loro target particolarissima: bambini e truzzi. Passeggiando per le varie zone vedi aggirarti famigliole con pargoli urlanti che si esaltano sulla mini pista con monoposto stile Peg Perego e ragazzi di 20/25 anni eccitati dal brivido della corsa e gonfi di adrenalina.

DubaiNel tardo pomeriggio del terzo giorni ho dovuto fare un salto a Dubai, sempre per motivi lavorativi. Le due città distano poco più di 100 km e non avendo una macchina sono andato in taxi. Lì è normale fare spostamenti di questo tipo, se salissi su un taxi a Milano e chiedessi di andare a Parma verrei deriso e cacciato senza neanche passare dal via. I taxi di Abu Dhabi sono molto carini, ordinati e personalizzati solo nella fragranza di deodorante. Se hai fortuna ci sarà un profumo di fiori dolciastri o agrumi pungenti, se hai sfortuna beccherai cane morto da una settimana o patate ammuffite nel sottobosco umido. I tassametri hanno uno schermo touch che mostra la foto del guidatore e sulla destra c’è un inquietante bottone con scritto lost… verrà usato spesso?

Il tassista che mi ha portato a Dubai ha rischiato di distruggere tutto su un dosso particolarmente malefico a pochi metri dall’arrivo. Nonostante avesse inchiodato, passate le ruote davanti si è sentito un colpo sordo mentre la punta del dosso colpiva il centro del veicolo. Si sono susseguite delle bestemmie che gli saranno valse la scomunica dalla maggioranza delle religioni monoteiste e un preoccupante rumorino ci ha accompagnati fino a destinazione. Sceso dal taxi ha cominciato a dirmi tulight? tulight? Dopo qualche minuto ho capito che volesse dire toilette! Il poverino se la stava facendo addosso.

Il tassista del ritorno era un caro vecchiettino che parlava una lingua tutta sua, il che era come essere di nuovo a Hong Kong. Ho capito che non era mai stato nella zona di Yas Island di Abu Dhabi (dove si trovava l’albergo) e che dopo l’autostrada avremmo dovuto guidarlo noi. Quando ha visto i cartelli per il Yas Marina Circuit si è esaltato e ha cominciato a fare domande incomprensibili ma noi ci eravamo persi e stavamo cercando di orientarci mentre lui blaterava. Dopo un paio di curve tattiche ci siamo ripresi e lo abbiamo stoppato un po’ brutalmente davanti al vialetto per l’hotel perché avevamo raggiunto i 230 Dirham sul tassametro ed era tutto quello che potevamo spendere!

Abu Dhabi Y Bar

A cena sono stato in un pub chiamato Y-Bar dove ho mangiato un ottimo hamburger e bevuto una quantità imbarazzante di Foster’s. Particolari sono stati dei salatini che mi hanno portato in attesa dell’hamburger. Nel mix da smangiucchiare ce n’erano alcuni che sembrano pisellini verdi con bava essiccata attaccata sopra. Avevano un sapore disgustoso tanto che secondo me se li sciogli possono fare da base per la salsa wasabi! Bleahhhh!!!

Abu Dhabi Snacks

La mattina dopo mi sono svegliato alle 5:45 per andare in aeroporto e tornare a casa. Niente da segnalare a parte un negozio di souvenir con cammelli rosa e pupazzi di draghi cinesi e un bar dove ho fatto colazione contornato da viaggiatori che di prima mattina si avventavano su pizza alle verdure e insalata.

Prima di partire dal’Italia avevo cercato di informarmi un po’ sugli Emirati Arabi Uniti e sono rimasto molto colpito quando ho letto che l’omosessualità è ancora illegale. Se scoperto in flagranza di atti di sodomia puoi essere punito con 15 anni di carcere o con la pena di morte. Praticamente tutti gli arabi si sposano giovani così che due uomini che fanno sesso sono anche facilmente accusati di adulterio. Leggendo su internet si scopre che comunque l’omosessualità è tollerata se praticata con discrezione. Non esistono locali pubblici ma è possibile frequentare feste private con una certa attenzione. Gli alberghi internazionali sono un po’ zona franca e non escludo che così come molti arabi si rifugiano ad Abu Dhabi e Dubai per bere e frequentare prostitute, altri organizzino incontri con altri uomini. Fa comunque una certa impressione sapere di essere a rischio carcere e morte solo per il proprio orientamento sessuale!

Per stare su una nota più leggera devo dire che molti uomini arabi sono dei manzi mica da poco! Saranno gli occhi neri, la barba e l’aura di inavvicinabilità che li permea ma risultano veramente molto sexy. Curano il fisico e lo mostrano volentieri con magliette attillate o smanicate se non indossano la tradizionale tunicona bianca. Un ragazzo siriano che lavorava con me aveva un modo di porsi mascolino alla Bruce Willis (al quale assomigliava anche un po’) e quindi emanava un fascino innegabile.

Detto tutto questo perché andare ad Abu Dhabi? Continuo a far fatica a trovare delle ragioni valide diverse da un viaggio di lavoro. Sono stato pochissimo tempo e ho visto niente ma temo che se non si è ricchi sfondati, amanti del golf e delle attrazioni più assurde (come lo Ski Dubai) sia un viaggio da non fare come priorità.

Una cosa da raccontare è la particolarità dei bagni. L’acqua del water è a temperatura ambiente così che ogni volta che tiri lo sciacquone ti fai le sauna alle chiappe!!!

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