The Casual Vacancy

The Casual Vacancy

Proprio ieri ho finito di leggere l’ultimo libro scritto da J.K. Rowling: The Casual Vacancy. Si tratta del primo libro pubblicato dall’autrice inglese dopo la fortunatissima serie di Harry Potter.

Come dichiarato dall’autrice questo libro si sposta completamente dai precedenti trattando argomenti opposti e rivolgendosi ad un pubblico adulto. La storia racconta di un piccolo paese inglese e di cosa succede ai suoi abitanti dopo la morte di uno dei membri del consiglio che gestisce il centro abitato (talmente piccolo da non avere un vero e proprio sindaco).

La morte di Barry Fairbrother è la miccia che fa esplodere invidie, amori, ricatti e un’amara campagna elettorale per eleggere il nuovo consigliere. J.K. Rowling racconta tanti personaggi diversi con storie altrettanto varie. Riesce a mostrarci i sentimenti di ragazzi del liceo, uomini e donne sposati (più o meno felicemente) e nonni e nonne forse un po’ troppo pettegoli. La differenza non si ferma solo all’età, ma abbraccia diversi ceti sociali e background culturali diversissimi tra loro.

E’ quasi impossibile trovare nel libro alcuna somiglianza con Harry Potter e credo che questo sia un punto a favore per l’autrice. Solo il modo di scrivere è quello a cui ci siamo abituati: scorrevole, ricco e senza mai una parola fuori posto. Anche la genialità nell’intreccio è straordinaria come sempre, tanto da ricordarmi Love Actually e le tante storie che in qualche modo – più o meno ovvio – sono collegate. Una delle scene finali potrebbe essere degna di Agatha Christie con i vari personaggi che sono testimoni di un fatto che si può capire solo unendo i pezzi dei loro racconti.

A questo punto la domanda é: ti è piaciuto? Devo dire che mi è piaciuto moltissimo. L’inizio è faticoso ma quando si conoscono tutti gli abitanti con un ruolo nella storia senti il bisogno di sapere come andrà avanti. Non è un desiderio tipo telenovela, bensì la curiosità di sapere cosa è successo ad un conoscente, a qualcuno che seppur non intimo ti è vicino da molte pagine. J.K. Rowling riesce a non cadere mai nell’ovvio e nel banale. Una storia così messa in mano ad un autore meno capace sarebbe diventata un disastro.

Ho anche apprezzato un piccolo riferimento al mondo LGBT. Uno dei personaggi secondari è lesbica e si deve scontrare con la vergogna che prova la madre. Seppure il passaggio sia breve si legge chiaramente tra le righe l’appoggio che questo personaggio ha da parte dell’autrice non nuova a personaggi omosessuali nei suoi libri. Ricordiamo che per sua stessa ammissione ha sempre considerato Albus Dumbledore – preside di Hogwarts – gay. In questo nuovo libro non ha lasciato l’informazione nascosta come aveva fatto in Harry Potter e allora era stato un peccato perché la storia avrebbe avuto molto più senso.

Detto questo consiglio a tutti di leggerlo, magari in inglese. Sembra che in futuro si dedicherà di nuovo a libri per bambini/ragazzi e, credo proprio, che finirò per leggere ancora un suo lavoro.

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