Dopo una decina di giorni a Dubai trovo finalmente il tempo per raccontare un po’ di cose che ho fatto o visto. Come sempre tra lavoro e necessità di riposare è poco il tempo per visitare, ma – purtroppo – questa città ha talmente poco da offrire su cose che non siano shopping che il poco tempo a disposizione non mi sta pesando molto.
Partiamo dall’inizio. A causa di un festival dedicato allo shopping (non sto scherzando, è il Dubai Shopping Festival) la maggior parte degli alberghi erano pieni, così io e il mio collega abbiamo dovuto prenotare la prima notte in un albergo dove nessuno del nostro ufficio era mai stato. A vedere dalle foto sul sito sembrava un posto piuttosto carino, con i confort standard e una piscina sul tetto… quando sono arrivato ero in uno dei quartieri più tristi della città e l’albergo era praticamente per indiani in attesa di una sistemazione stabile.
Le luci dei corridoi erano a tempo e si spegnevano nel momento meno adatto e nonstante la camera fosse grande era di un trasandato pazzesco! Quando dico per indiani intendo dire che eravamo gli unici due europei e ci guardavano con uno sguardo che diceva: questi si sono persi, poverini!
In ogni caso dopo una notte tranquilla – a parte un bambino che sembrava strillare nel corridoio davanti alla mia stanza – la mattina non abbiamo neanche osato chiedere come funzionasse la colazione, abbiamo fatto checkout e ci siamo spostati nel nuovo albergo. Il Suha City Hotel è nella zona chiamata Deira, proprio accanto ad un centro commerciale (chi l’avrebbe mai detto!). Le stanze sono belle e il personale è gentile: due aspetti fondamentali quando ti aspettano quasi tre settimane di permanenza.
L’unica cosa curiosa della stanza è che per ragioni di sicurezza, che non so proprio spiegarmi, la luce del bagno deve essere sempre accesa. Ma perché? Che senso ha? La sicurezza di chi? Hanno paura che dei gechi albini escano dal water nottetempo? Boh! Anche il servizio in camera è ottimo con una discreta scelta di cibi tra cui un curioso salmone affumicato su beagle tostato. No, non ho sbagliato a digitare, hanno veramente scritto beagle invece di bagle! Confermo comunque trattarsi del panino a forma di ciambella e non di un quadrupede peloso…
A Dubai, come ad Abu Dhabi, non si può consumare alcool e l’unica deroga sono la maggior parte degli alberghi internazionali. Questo hotel purtroppo segue la legge araba e non serve nessun tipo di alcolici… dopo un po’ di giorni se ne sente veramente il bisogno e per fortuna bastano pochi passi per raggiungere un hotel meno coscenzioso.
Il modo migliore per girare la città è il taxi. Se ne trovano in continuazione e corse costano poco. Non ci sono però solo quelli ufficiali, la città è piena di tassisti abusivi che ti portano dove vuoi con una cifra forfettaria. Spesso quando chiedi al concierge di chiamarti un taxi chiama uno di quelli. Per i primi giorni avevamo un tassista abusivo come autista personale. Ci veniva a prendere la mattina e poi di nuovo la sera per quella che sembrava una cifra ragionevole. Ovviamente dovevamo pagarlo di soppiatto quando nessuno ci vedeva e ufficialmente eravamo dei suoi amici in visita.
Una sera però che non si è presentato e non rispondeva al cellulare abbiamo preso un taxi ufficiale per tornare in stanza e… abbiamo pagato poco più della metà!!! Quindi non solo sono abusivi, ma non sono neanche convenienti! L’alternativa è prendere la metropolitana che però è poco sviluppata (solo due linee) e soprattutto non abbastanza diramata per farti arrivare esattamente dove sei diretto.
La metropolitana è in se è molto bella e nuova. Tutte le fermate hanno un unico look molto avveniristico e i treni sono silenziosi ma un po’ troppo poco frequenti. Il primo vagone di ogni treno è quello VIP e per poterci stare bisogno pagare un biglietto speciale che costa il doppio. Il secondo è dedicato a donne e bambini mentre gli altri sono per tutti gli altri viaggiatori. Gli arabi tendono a stare nel settore VIP, diviso dal resto da un solida porta scorrevole… contenti loro. La maggior parte delle tratte sono esterne e i binari continuano a salire o a scendere per superare i ponti. Sembra che il progetto iniziare volesse che tutto il percorso fosse alla stessa altezza a qualche metro da terra, ma che i commercianti lungo il percorso si fossero lamentati che le loro insegne non sarebbero più state visibili. Il progetto è stato quindi cambiato ma la velocità dei treni ha subito un discreto rallentamento.
Dubai è una città vasta con quartieri isola enormi e la metropolitana spesso ti lascia al bordo della strada principale (4/5 corsie per senso di marcia) e non puoi far altro che prendere un taxi per raggiungere l’effettiva destinazione. Questa urbanistica la rende poco fruibile, non esiste il concetto di fare una passeggiata in un quartiere carino, semplicemente prendi un taxi da un centro commerciale a quello successivo.
Caso a parte è la zona Dubai Marina dove il mare è stato imbrigliato a formare un canale lungo il quale sono nati tantissimi ristorantini. Passeggiare in questa zona è molto piacevole e rilassante e ci sono tantissimi turisti che si godono la vista dei grattacieli. Uno di questi è una torre che si avvita su se stessa. Non è ancora finita ma già da ora si vede che sarà molto bella!
Come già scrissi nel mio post dedicato ad Abu Dhabi, gli uomini arabi sono veramente affascinanti. Sarà che quasi tutti portano la barba e la curano in modo maniacale ma in più i giovani tendono ad avere un discreto fisichetto. Nel posto dove lavoro ci sono delle attrazione legate ad alcuni sport e ci sono due o tre dipendenti boni come il pane. Questi – ovviamente – non sono degli emirati, ma indiani o pakistani i quali solitamente o sono rachitici o hanno un fisico da modelli. Un altro dipendente invece è asiatico ed è una cula pazzesca! La cosa bella è che non si coglie pregiudizio nei suoi confronti anche se il rapporto omosessuale è vietato e punito col carcere o con la lapidazione. Giusto per darvi un’idea di come in questo paese sesso e omosessualità siano censurati questo è quello che mi è apparso sul computer quando ho cercato di vedere il sito di una libreria australiana che vende libri a tematica gay. Se si segue il link che spiega la ragione del blocco troviamo questa frase: Internet Content containing Pornography and Nudity: This category includes Internet Content that contains material of a pornographic nature, or relates or depicts acts of homosexuality, nudity and sexual material (including stories, jokes, animations, and video) or Internet Content that promotes sexual activity.
Ma parliamo un po’ di più di questi arabi degli emirati. Saranno anche affascinanti ma non mi viene di raccomandarli a nessuno. Un tassista pakistano mi ha detto: Dubai è il paradiso, se solo non ci fossero gli arabi. Effettivamente sono un po’ buzzurri, si sentono superiori a tutti e adorano le macchine bianche: quest’ultimo dettaglio li fa ufficialmente rientrare nella categoria dei tamarri. Come succede anche in Italia la repressione che vivono per le regole religiose li spinge ad eccessi. Durante il Ramadan non possono avere rapporti sessuali con le mogli e sembra che ne approfittino per montare animali pur di provare piacere e spegnere i propri bollenti spiriti. Finito il Ramadan vanno a letto con le mogli trasmettendo così tutta una serie di malattie. Chi non si trova bene col regno animale sembra che se ne approfitti scopandosi qualche uomo. Come dire: è vietato il rapporto sessuale tra due froci, io sono attivo e quindi non sono frocio.
Passando ad altro nel mio primo giorno di libertà sono andato a visitare il Souk Madinat Jumeirah. Si tratta della ricostruzione di un souk tradizionale arabo e si trova non lontano dal Burj Al Arab l’hotel più lussuoso al mondo. Sembra di essere a Gardaland ma alla fine l’effetto è gradevole. Nel labirinto di corridoi ci sono molti negozi di antiquariato che nonostrante l’aspetto tradizionale sono vere e proprie boutique. Girando ho anche visto un cartello che indicava le audizioni per Joseph and the Amazing Technicolor Dreamcoat. Quando lo fanno??? Lo voglio vedereeeee!!!!!
Girando per il souk ci sono degli scorci molto carini che danno su una marina artificiale. Nelle varie insenature c’é anche un ristorante che si chiama TheMeatCo e ci sono capitato qualche sera dopo e ho mangiato un filetto di angus che era la fine del mondo! Si può scegliere tra 7 gradi di cottura e una decina di salsine spettacolari. Non è per portafogli deboli ma è una gioia per il palato!
Un’altra parte da visitare è quella del Dubai Mall dove si trova anche il Burj Khalifa: il grattacielo più alto al mondo. Questo palazzo ha una storia non ufficiale piuttosto divertente. Il nome inizialmente scelto per la costruzione era Burj Dubai che in arabo significa Torre di Dubai. Quando nel 2008 è arrivata la crisi economica, l’emiro di Dubai non aveva più i soldi per completare l’opera. Il vicino emiro di Abu Dhabi ha messo a disposizione i fondi per finire i lavori facendo una richiesta: che il nome diventasse Burj Khalifa – Torre del Califfo. Questo è stato un po’ uno sgambetto molto sottile e perfido, nel tipico stile locale. Tutti gli emiri sono califfi quindi la torre sembrerebbe dedicata a uno qualunque dei 7 emiri. L’emiro di Abu Dhabi è però internazionalmente riconosciuto come quello più importante, tanto che Abu Dhabi è la capitale degli Emirati Arabi Uniti. Quindi si scrive Burj Khalifa ma si legge Torre del Califfo di Abu Dhabi.
Per darvi l’idea di quanto questo debba dare fastidio all’emiro di Dubai, nell’areoporto della città c’è un’area dedicata alla storia dell’emirato e ai suoi aspetti più caratteristici. Ebbene, in quella zona si parla di tanti avvenimenti, costruzioni ecc. ecc. ma non c’é alcun riferimento al Burj Khalifa! Cosa non si fa per rompere le scatole al proprio vicino!
Da vicino il Burj Khalifa è incredibilmente imponente ma anche slanciato e molto elegante. Alla sua base c’é un lago artificiale con la versione gigante delle fontane danzanti del Bellagio di Las Vegas. Per poter salire bisogna passare un blando controllo al metal detector e lungo il percorso verso gli ascensori alcuni monitor spiegano i dettagli della contruzione. Come al solito gli arabi non perdono occasione per sottolineare la loro superiorità, infatti questa è una frase che appare lungo la strada:
I am the power that lifts the world’s head proudly skywards, surpassing limits and expectations.
Rising gracefully from the desert and honouring the city with a new glow, I am an extraordinary union of engineering and art, with every detail carefully considered and beautifully crafted.
I am the life force of collective aspirations and the aesthetic union of many cultures. I stimulate dreams, stir emotions and awaken creativity.
I am the magnet that attracts the wide-eyed tourist, eagerly catching their postcard moment, the centre for the world’s finest shopping, dining and entertainment and home for world’s elite.
I am the heart of the city and its people; the marker that defines Emaar’s ambition and Dubai’s shining dream.
More than just a moment in time, I define moments for future generations.
I am Burj Khalifa.
Gli ascensori sono relativamente piccoli ma velocissimi. In pochissimo tempo si viene lanciati dal 1° al 124° piano e quando esci ti aspetta una vista mozzafiato. Si può girare tutto intorno godendosi così ogni lato di Dubai e una parte è all’aperto su una delle terrazze. Si fa fatica a rendersi conto di quanto sia alto, fino a quando non vedi quello che sembra un piccolo palazzo e che in realtà è un altro grattacielo… pazzesco!
Tornato a terra ho fatto un giro nel Dubai Mall. Indubbiamente è un posto meraviglioso per chi ama lo shopping, ci puoi stare ore e ore senza riuscire a vedere tutto, ma per le persone come me che non comprano mai niente risulta come una grande vetrina dove passi veloce. Ci sono indubbiamente delle zone che colpiscono, come la cascata, il palazzo del ghiaccio o il souk ma in definitiva è solo un gigantesco specchietto per allodole.
Con questo concludo il resoconto dei miei giorni negli emirati. Ho scelto di chiamare questo post Dubious Dubai proprio perché questa città mi ha lasciato perplesso. Ha senso venire a Dubai se si vuole fare shopping o se ci si può permettere alberghi da sogno. Altrimenti non ha abbastanza fascino, non ha abbastanza personalità. Quello che ti circonda non è la cultura araba, ma la cultura globale del voler essere moderni ad ogni costo.