Abituati al sottobosco omofobo della televisione italiana non si può che rimanere stupiti quando un piccolo gesto di normalità e di coraggio sfonda la cortina del bigottismo. E’ successo qualche sera fa all’Eredità – trasmissione che va in onda tutte le sere prima del TG1.
Nella prima parte i concorrenti vengono presentati e Carlo Conti – conduttore – fa le solite domande di rito: quanti anni hai, cosa hai studiato, mariti, mogli figli e amanti. Sono i minuti più inutili del programma, un misto di pettegolezzo di paese e ammiccamento fallocentrico ma questa volta qualcosa è cambiato, grazie ad un ragazzo di un paese vicino Ferrara.
Ecco il resoconto raccontato dall’Huffington Post: “Non si trova. Il paese è piccolo, sono più abituato alle grandi città”, dice Alessandro. Gli risponde il conduttore: “Come mai? Quando torni saranno contente le ragazze”. Alessandro non ci pensa su due volte e replica: “Non tanto le ragazze. Sono andato al Gay Pride, infatti. Quindi cercherei più un ragazzo”. Conti reagisce con entusiasmo, mentre il pubblico applaude: “Vedi! Evvai. Vediamo se a Serravalle qualcuno dice ‘c’è Alessandro'”.
Colpisce la serenità interiore del ragazzo, la reazione positiva di Carlo Conti e quella del pubblico: il tutto è stato molto normale, esattamente come dovrebbe essere. La normalità non sminuisce il coraggio di Alessandro Grilli perché comunque sta raccontando qualcosa di importante davanti a 5 milioni di spettatori invisibili.
Anch’io ho avuto l’esperienza di parlare della mia omosessualità in diretta sulla Rai e nonostante le telecamere siano distaccanti se ti fermi e pensi alle persone a casa loro che ti stanno guardando sale una certa ansia. Questo ragazzo poi ha avuto solo pochi secondi per decidere cosa dire e vista la struttura della trasmissione non avrebbe avuto spazio per alcuna replica se qualcosa fosse andato storto nella reazione del conduttore o dello studio.
Spesso diciamo che queste situazioni non dovrebbero neanche stupirci, che dovremmo arrivare al punto che tutto questo è la normalità della vita ma nel nostro paese di strada ne dobbiamo fare veramente tanta. Aggiungerei poi che il totale appiattimento delle diversità potrebbe essere un punto di arrivo pulito ma un po’ esagerato. L’omologazione porta a dimenticare quello che è successo in passato, mentre la memoria delle cose è molto importante.
Complimenti ancora ad Alessandro Grilli e al suo coraggio: un piccolo gesto che costa tanto e vale ancora di più.