Dalla Russia con Terrore

Gay Putin

Nelle ultime settimane c’è stato nella comunità gay un moto di rivolta verso le tremende leggi che il governo Putin sta mettendo in atto contro gli attivisti, e in generale le persone gay, che si trovano in Russia.

Queste leggi medievali vietano di parlare di omosessualità ai minorenni e mettono a rischio di multe e carcere qualunque persona che in qualche modo manifesti l’appoggio verso l’omosessualità. Questo significa che qualunque gesto – tenersi per mano, sventolare una bandiera rainbow o organizzare una qualunque forma di manifestazione – può essere recepito come una violazione della legge.

Lo scopo è molto chiaro: le persone omosessuali in Russia devono nascondersi e una comunità gay non deve assolutamente nascere. Se nascondi una cosa abbastanza a lungo alla fine scompare e in un paese machista come la Russia non c’é posto per i diversi.

Gay Putin

L’ultima proposta della comunità gay internazionale è stata boicottare i prodotti russi, prima fra tutti la vodka. In realtà si chiede di boicottare la vodka prodotta in Russia, come farebbero altrimenti bar e discoteche gay in tutto il mondo a rinunciare del tutto a questo alcolico? L’idea sembra interessante ma è davvero così facile sapere cosa è 100% prodotto in Russia e cosa no? Ma soprattutto come dobbiamo comportarci con marchi come Absolut e Stoli che da anni sponsorizzano tantissime manifestazioni gay?

Il rischio è che la cura sia peggiore della malattia. Se il boicottaggio avesse successo potrebbero rimetterci dei marchi vicini alla nostra comunità. Più interessante allora quanto proposto da qualcuno che ha chiesto ad Absolut e Stoli di farsi avanti in difesa dei diritti umani anche in Russia.

Sochi 2014 Logo

Il moto riottoso non si ferma qui. C’è un altro evento che potrebbe creare imbarazzo alla grande madre Russia: i giochi olimpici invernali di Sochi 2014. Atleti da tutto il mondo arriveranno in Russia per questo evento e alcuni di questi saranno omosessuali, per non contare tutti i tifosi! Già si parla di un problema sicurezza per gli atleti apertamente gay: potranno essere arrestati ed espulsi dal paese? Prevarrà una sorta di periodo franco dove si chiuderà un occhio? Faranno più paura gli omosessuali o gli imbarazzi internazionali?

Anche in questo caso qualcuno sta già proponendo di boicottare i giochi olimpici. Su questo argomento mi è piaciuto molto quanto espresso da Blake Skjellerup, un pattinatore di short track neozelandese apertamente gay.

In un’intervista rilasciata all’Huffington Post ha sottolineato come gli unici a soffrire di un boicottaggio sarebbero gli atleti e difficilmente la comunità gay russa ne avrebbe dei benefici. Ecco l’intervista integrale rilasciata al quotidiano online.

Una seconda intervista rilasciata a ESPN entra ancora di più nel dettaglio della faccenda. Ecco un paio di virgolettati di Blake Skjellerup:

“I am against a boycott because there is no way I am going to change, or not be who I am, or go back into closet because of my sexuality,”

“I think it would definitely be more powerful for athletes to attend Sochi than stay away, because I do think having individuals coming out is one of the most important pieces to bring about change, and to bring about understanding about LGBT rights, and to make people see us and realize, ‘This person is just a normal person doing what they love and what they’ve done their entire life. They have a complete right to be in Sochi and to be welcome competing.'”

A questo aggiungerei che invece le olimpiadi potrebbero essere il momento giusto per portare i riflettori su un paese con così grandi contraddizioni e limitazioni alle libertà personali. Sin dall’antichità i giochi olimpici erano un momento di pace e fratellanza e non qualcosa da usare per scopi di odio o di boicottaggio.

Blake Skjellerup GT

Per chi non lo conoscesse ancora consiglio a tutti di seguire – almeno su TwitterBlake Skjellerup. Si tratta di un ragazzo poco chiassoso, carino e che dice cose interessanti (quando non sbava per i One Direction…) Qualche anno fa ho anche sentito una sua intervista su Feast of Fun e oltre al suo adorabile accento neozelandese molte cose che diceva erano assolutamente condivisibili.

In aggiunta a quanto detto da Blake Skjerrerup il 16 Agosto è stato intervistato anche Matthew Mitcham. La sua opinione è meno rivoluzionaria ma sicuramente interessante. Mitcham non è direttamente colpito da questa storia (i tuffi non sono certamente uno sport invernale) e come si evince dalla sua autobiografia non ha il carattere di un attivista politico. Ecco il video dell’intervista:

Infine ecco un’intervista con entrambi che riassume la situazione:

Vedremo cosa succederà nei prossimi mesi e come reagirà la comunità internazionale all’avvicinarsi dei giochi olimpici. Temo che sul tema diritti civili in pochi si esporranno ma magari qualche sorpresa ci colpirà tutti.

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