Il 12 Dicembre è uscito in tutto il mondo il secondo episodio della nuova trilogia di Peter Jackson: The Hobbit: The Desolation of Smaug. Come per gli altri film non potevo assolutamente perderlo così mi sono organizzato col mio amico Stefano e ieri siamo andati a vederlo.
Delle tre versioni uscite in Italia abbiamo deciso di scegliere quella full optional: 3D e alta frequenza. Per qualche dettaglio tecnologico potete fare riferimento al post dedicato al primo film della serie. A differenza della volta scorsa a questo giro l’alta frequenza mi ha un po’ infastidito. Avevo l’impressione che togliesse atmosfera alla pellicola, rendendola troppo televisiva. D’altro canto il 3D ne guadagna moltissimo tanto da farmi in parte rivalutare questa opzione che solitamente evito.
La storia riprende da quanto raccontato in The Hobbit: An Unexpected Journey ovvero l’avventura intrapresa da un gruppo di nani per riconquistare il regno e il tesoro dei padri caduto sotto il dominio del drago Smaug. In questo film di mezzo incontreranno gli elfi silvani e gli uomini di Lake-Town (Pontelagolungo) oltre che il malvagio e arguto drago.
Un po’ come il secondo film del Signore degli Anelli (The Two Towers) questo secondo episodio è un po’ deludente. Per non sgonfiare l’attesa dell’ultimo episodio alcuni avvenimenti importanti e spettacolari sono stati spostati alla terza parte rendendo questo film un po’ moscio. Si fa molto affidamento ad alcune scene di combattimento che pur essendo spettacolari esaltano i bambini e gli adolescenti ma annoiano gli adulti. Si ha la sensazione di un film che sta per esplodere in qualcosa di epico per poi finire senza che accada.
Nel Signore degli Anelli c’era materiale in abbondanza da riempire con personaggi e luoghi nuovi ogni passaggio del film, mentre non è lo stesso per The Hobbit. Il libro non ha lo stesso stile e non ha la stessa complessità e il film ne soffre.
Protetti dal cappello anti spoilers entriamo un po’ nel dettaglio. Se già il primo film aveva aggiunto parti non presenti nel libro, questo secondo episodio lo fa in modo ancora più prepotente. Si comincia da Beorn che viene descritto correttamente da Gandalf come ne buono ne cattivo ma quando lo si incontra c’é talmente poco tempo per conoscerlo che sembra uno che in un attimo cambia idea: non sopporto i nani ma soprattutto non sopporto gli orchi, quindi potete rimanere… tutto qui? Certo, è una parte del libro molto lenta ma così è lasciata andare.
Il passaggio del Mirkwood non è male, rende molto bene il senso di smarrimento e claustrofobia del luogo così come la battaglia con i ragni giganti è perfettamente rivista per il grande schermo. Quando arriviamo dagli elfi silvani ecco che il film si intoppa nuovamente. Per prima cosa sono stati aggiunti due personaggi completamente inesistenti nel libro: Legolas e Tauriel. Il primo è il figlio del re degli elfi già conosciuto nella prima trilogia, mentre la seconda è un capitano delle guardie. I due elfi dovrebbero essere uniti da una sorta di amore non detto subito osteggiato da re degli elfi. Mancando una componente romantica sembrerebbe che siano stati scelti loro per portarla avanti.
Il problema è che poco dopo Tauriel sembra aver interesse per uno dei nani – Kili, decisamente il più carino di tutti – ma la cosa è quasi fuori luogo. Perché inserire questo elemento, a cosa ci serve? Capisco che qualche decennio più tardi Legolas farà coppia fissa con Gimli ma avevamo bisogno di Tauriel per mettergli la pulce nell’orecchio?
Dopo la spettacolare fuga nei barili lungo il fiume arriviamo a Lake-Town. Questa parte è molto ben fatta ed è un’allegoria interessante della politica e degli uomini che la portano avanti. Bard risulta ben bilanciato, il giusto mix tra l’eroe e il contrabbandiere (Han Solo who?) e ho adorato Stephen Fry come mastro della città lagunare. Purtroppo qua accade un’altra cosa assolutamente lontana dal testo originale: quattro nani della compagnia vengono lasciati a Lake-Town. Una cosa è chiara in tutto quello che succede nel libro: i nani devono rimanere sempre uniti. Bilbo può anche essere dimenticato, alla fine è un hobbit, ma i nani si muovono tutti assieme.
Ci riuniamo alla storia di Tauriel perché uno dei nani dimenticati è Kili che rischia di morire perché colpito da una freccia avvelenata dagli orchi. Sarà proprio Tauriel a salvarlo con la sua magia elfica e lui nel delirio le parla con parole dolci da innamorato. Ricapitolando: due elfi che non esistono vanno a Lake-Town e una salva un nano che non dovrebbe essere lì… ma perché? Mi verrebbe da dire che servano un paio di aiuti per il terzo episodio e la sua battaglia dei cinque eserciti.
Passiamo adesso ai nani e a Bilbo e la loro salita verso la Montagna Solitaria. Questa parte è sicuramente migliore e più fedele al libro. L’incontro tra Bilbo e Smaug è riuscitissimo anche se ridotto ad una sola visita. Un po’ come il fantastico duello tra Bilbo e Gollum del primo film questo duetto merita il prezzo del biglietto.
Quando però ci si mettono di mezzo gli altri nani la sequenza dentro la Montagna diventa caotica e troppo ricca di elementi non necessari. C’é tutta una parte in cui i nani cercano di uccidere Smaug coprendolo di oro fuso che è tanto spettacolare quanto inutile. Torniamo al discorso di prima: bambini e adolescenti ne saranno entusiasti mentre gli altri si annoieranno.
Prima di vedere come si conclude il film dedichiamo due parole a Gandalf. Lo stregone è alla ricerca del potere oscuro che sta diventando sempre più forte. Come nel primo episodio si da troppo peso a questo aspetto ma è comprensibile visto che alle spalle abbiamo già tutta la trilogia del Signore degli Anelli. Non mi dispiace come affrontano l’argomento, sicuramente meglio di quanto non fosse stato fatto nel primo film e questa volta si arriverà fino ad incontrare lo spirito nascente di Sauron.
Eccoci alla scena finale. Come scrivevo prima un aspetto importante della storia è stato spostato al terzo episodio: la morte di Smaug. Se non si arriva a quel punto dove si può concludere il film? Peter Jackson ha scelto il modo più semplice ma anche quello più scontato: Smaug che vola verso Lake-Town pronto a distruggerla e quando sta per scatenare la sua ira partono i titoli di coda… Da un regista premio oscar mi aspettavo qualcosa di più, sinceramente. Anche l’inizio del film era un po’ buttato lì, senza una vera continuità con la fine del primo. Ho il dubbio che il montaggio sia andato lungo e che si dovrà aspettare la versione estesa per sistemare un po’ di scelte azzardate.
Chiusa la parte con spoiler cosa resta da dire? Sicuramente è un film da vedere se si è visto il primo. Non si può certo abbandonare una trilogia prima che si concluda. Ho notato con piacere che Richard Armitage (Thorin) non fosse più dipinto come il nuovo Aragorn: fascinoso e tenebroso. Ho spiegato come l’aspetto romantico sia stato spostato da un’altra parte ma alla fine meglio la nuova posizione rispetto alla vecchia.
In generale il film mi ha un po’ deluso ma non ci resta che aspettare la terza e ultima parte tra un anno!