Per non perdere l’abitudine a inizio anno ho subito fatto un viaggio intercontinentale! Meta: Melbourne, Australia!
Questa era la mia seconda volta Down Under ma a questo giro ero da solo. Prima di partire mi sono quindi organizzato per trovare un po’ di compagnia nella terra dei canguri. Devo dire che tutte le persone che ho incontrato sono state incredibilmente gentili e ospitali, veramente un meraviglioso benvenuto!
Ma procediamo con ordire. Dopo un viaggio lungo ma senza sorprese sono finalmente atterrato a Melbourne. Come la scorsa volta non riuscivano a leggere correttamente il chip del mio passaporto, così mi hanno mandato da un altro ufficiale a fare una seconda lettura. Questa volta me la sono cavata in 5 minuti con la gentilissima signora che mi chiedeva se fossi lì per gli Australian Open. In realtà ero in Australia per lavoro ma viaggiando con visto turistico non potevo dirlo. Così ho bofonchiato che ero in città per vedere alcuni amici e che mi avevano suggerito questo periodo perché molto frizzante. Ed effettivamente è stato così, la mia bugia era quindi credibilissima.
Arrivato in hotel erano circa le 8 di sera. Mi sono fatto una doccia, sistemato la valigia e poi ho cenato al ristorante Thai dell’hotel per poi collassare per la stanchezza.
La mattina dopo ho fatto una breve passeggiata per iniziare ad ambientarmi in città. La zona centrale è composta di una griglia di strade perpendicolari molte delle quali percorse dai tram. Lo spazio per le auto è ridotto e pur non essendolo completamente sembra di essere in una grande area pedonale.
Credo che a Melbourne stessero passando un periodo poco fantasioso quando hanno dato i nomi alle vie centrali. Abbiamo infatti coppie di strade – una più grande ed una più piccola – con praticamente lo stesso nome: Flinders Street e Flinders Lane; Collins e Little Collins; Bourke e Little Bourke. Ma come mai? Che cosa bizzarra!
Le vie principali sono attraversate da stradine contorte e minuscole piene di ristoranti e localini. Si coglie subito una caratteristica della città: è un posto dove uscire, mangiare fuori, bere nei locali. Più che l’architettura quello che Melbourne ha da offrire è una vera e propria vibrazione che permea l’aria e ti fa venire voglia di bere una birra con gli amici.
Alcune strade sono collegate da piccole gallerie vittoriane veramente deliziose. Sicuramente i negozi sono un po’ trappole per turisti ma l’ambientazione è affascinantemente retrò e attira senza possibilità di fuga.
Prima di rientrare in hotel ho fatto l’acquisto più importante del viaggio: crema solare protezione 50! In Australia è estate, il sole è forte e l’ozono sottile. E’ una lezione che ho imparato molto bene a Sydney.
Poche ore più tardi ho incontrato Sean, un collega locale che mi ha gentilmente fatto da cicerone per qualche ora. Assieme siamo andati nella zona dei Docklands, una parte della città moderna e ordinata (non che il resto non lo sia), ma che non è ancora esplosa. I palazzi sono bellissimi e la vista del fiume spettacolare ma molti appartamenti sono sfitti e rispetto al brulicare del centro qua non girano moltissime persone.
C’è anche una zona commerciale che ricorda Stratford a Londra nel mezzo della quale abbiamo anche una ruota panoramica: la Melbourne Star. Purtroppo questa attrazione ha avuto una storia travagliata ed è vista con rammarico dagli abitanti. Circa 40 giorni dopo l’inaugurazione hanno dovuto chiudere la ruota perché si sono resi conto che la struttura non avrebbe retto. Sono seguiti anni di lavori di rafforzamento e alla riapertura il fascino della novità era già sfumato così che anche in periodi pieni come questo non c’é coda all’accesso.
Per tornare indietro abbiamo preso un tram storico che accompagna i turisti per tutto il centro. Questo tram e tutti gli altri sono gratuiti all’intero della zona più centrale. Ed ecco un altro esempio di disorganizzazione inaspettata. Alcuni anni fa è stato cambiato il sistema di bigliettazione dei mezzi pubblici. Invece di utilizzare un sistema già esistente hanno preferito costruirselo da soli e non è andata proprio bene…
Per mesi sono state segnalate incongruenze tra tratte e costo del biglietto. Il sistema doveva calcolare automaticamente la tariffa più conveniente me non lo faceva e alla fine hanno reso il centro gratuito per ovviare ad alcune limitazioni tecniche e per accontentare i pendolari infastiditi.
Questa scelta rende però tutto molto complicato. Se sali su un tram all’interno della zona gratuita non hai bisogno di timbrare. Se però già sai che uscirai da quella zona allora devi farlo. Non si ha quindi un flusso chiaro di gente come a Londra (sali, timbri, scorri all’interno del bus) ma un mix tra persone indecise e tessere lette di tanto in tanto.
Tornati in centro abbiamo pranzato in Federation Square (sede di musei e maxischermi per il tennis) per poi salutarci. Neanche un’ora dopo ho incontrato altri due amici: Nathan & Nathan. Si tratta di una coppia che conosce il mio amico Francesco e sono stati molto carini a volermi mostrare la città.
Assieme siamo andati a fare una passeggiata ai Royal Botanic Gardens. Il cielo si è aperto e ci siamo goduti il sole lungo i dolci declivi circondati da splendidi fiori e piante. A metà percorso abbiamo anche fatto merenda con tè e scones con marmellata e panna, giusto per rimanere leggeri!
Finita la passeggiata abbiamo ripreso la macchina e siamo andati a bere una birra al Babble Bar, un locale della zona gay di Melbourne. Melbourne non ha una vera e propria zona prettamente gaya ma questa parte della città potrebbe essere definita un gaybourhood.
Il locale è molto carino e non troppo gremito nel pomeriggio. Ho bevuto una delle tante ottime birre locali e apprezzato il cameriere: un manzo appena attempato ma di tutto rispetto.
A proposito di manzi devo dire che camminare per strada è una tentazione continua. Sicuramente il popolo australiano tende ad essere attivo e sportivo ma si coglie anche un desiderio di curarsi da parte degli uomini. E’ una sensazione che ho avuto anche a Londra, soprattutto nella City. Sembra quasi che per dimostrare la propria capacità lavorativa si debba anche essere in forma e perfetti nell’aspetto.
La società australiana sembra meno arrivista di quella della capitale inglese ma andando al lavoro vedevo continuamente passare ragazzotti muscolosi e abbronzati avvolti in camicie al limite dell’esplosione! Rischia di venire il torcicollo se cerchi di guardarli tutti.
Dopo avermi riportato in hotel ho salutato Nathan e Nathan ringraziandoli del pomeriggio passato assieme e non troppo tardi sono crollato per la stanchezza.
La settimana lavorativa è passata abbastanza velocemente. La sera non esploravo troppo la città ma a pranzo i colleghi mi portavano in locali tipici dove ho sempre mangiato benissimo e – non poche volte – bevuto ottime birre.
Melbourne vanta un’ampia produzione di birre artigianali locali e l’attenzione verso questa bevanda è incredibile. Alcuni locali hanno talmente tante birre alla spina – che cambiano regolarmente – che ne fanno assaggiare volentieri un sorso agli avventori indecisi. Immaginate una cosa così a Milano!
Oltre alla birra c’é anche grande attenzione al cibo. Pur essendo pausa pranzo i locali offrono ogni tipo di scelta e tutto di grande qualità. Melbourne è una città piena di ristoranti etnici ed è come essere in un posto diverso ogni giorno.
La mia pausa pranzo preferita è stata all’Hell’s Kitchen un ristorantino/bar al primo piano di una viettina centrale. Dal mio tavolo potevo sbirciare la strada sottostante piena zeppa di bar all’aperto e turisti in cerca di cibo. Dalla mia posizione avvantaggiata mi godevo il flusso della gente sorseggiando l’ennesima ottima birra e divorando un hamburger di pollo piccante.
Il proprietario mi aveva suggerito della polpette con salsa di pomodoro ma quando ha saputo che ero italiano ha avuto paura del confronto e ho ripiegato sull’hamburger. Sono comunque sicuro che le polpette sarebbero state altrettanto ottime.
Mentre mangiavamo è arrivato uno dei tipici acquazzoni estivi della città. C’è una rivalità campanilista tra Sydney e Melbourne. La prima colpisce certamente di più con le sue architetture moderne ma la seconda ha un ritmo tutto suo. Chi vive a Sydney esalta il tempo atmosferico, le temperature miti tutto l’anno e il sole che si riflette sulle lunghe spiagge cittadine. I residenti di Melbourne rispondono che se non ti piace il tempo locale devi solo aspettare 5 minuti che cambierà. Effettivamente è così, poco dopo l’acquazzone è passato e siamo tornati in ufficio asciutti.
Un’altra caratteristica interessante sono le viuzze secondarie coperte da splendidi esempi di street art. Anni fa avevano il problema dei graffiti (vero, Milano?) ma adesso si tratta di una vera a propria arte citata nelle guide turistiche. Stiamo parlando di strade intere coperte di vernice spray! Sarebbe bellissimo riuscire a fare lo stesso anche da noi e in parte ci stiamo provando.
Pur essendo una città da godersi dal punto di vista culinario e culturale non mancano le bellezze architettoniche. Il 26 gennaio (Australia Day) nel tardo pomeriggio ho fatto una bella passeggiata in centro e sono entrato nella State Library of Victoria.
L’interno ha una gigantesca sala lettura sotto un’enorme cupola. La maggior parte dei libri di quella sala sono dedicati all’Australia, una vero patrimonio locale. Uno in particolare mi ha fatto sorridere: una guida all’etichetta che le signore australiane devono seguire durante le lunghe partite di Cricket! Subito fuori la sala c’é una piccola statua molto carina, mostra una donna che legge un libro a due bambini e tutti e tre sono circondati dalle figure fantastiche che popolano i libri per bambini. Quale migliore modo per suggerire di aprire un libro!
Sempre passeggiando sono passato davanti al Royal Exhibition Building e al Museum Victoria all’interno dei Carlton Gardens. Sulla strada di casa ho poi visto il Victoria House of Parliament.
Il venerdì sera ho organizzato un momento Carràmba rivedendo una mia ex collega trasferitasi in Australia 9 anni fa! Assieme siamo andati a cena ad un ristorante messicano chiamato Mamasita. Questo posto racconta abbastanza bene la qualità ma anche la ricerca delle mode a Melbourne.
Tutti in ufficio erano entusiasti della scelta del posto e sono quindi arrivato pieno di aspettative. Nonostante fossero le 6 del pomeriggio il locale era completamente pieno e abbiamo trovato posto al bancone. Abbiamo cominciato ad ordinare qualche antipasto per poi passare ad un piatto principale. Tutto quanto era ricercatissimo ma le porzioni erano un po’ troppo piccole. Anche in altri locali avevo notato la cosa: c’é molta attenzione ma non ci si abbuffa di certo.
Quello che contava era la compagnia, è stato molto bello recuperare le esperienze di 9 anni e sentire il vissuto un un’amica trapiantata dall’altra parte del mondo!
Ed eccomi arrivato all’ultimo giorno, proprio quando mi ero abituato al fuso orario e alla routine lavorativa. Sabato è stata una giornata splendida così ne ho approfittato per passeggiare ancora un po’. Questa volta ho passato molto tempo lungo le sponde del fiume Yarra, rese ancora più brulicanti di attività dagli Australian Open.
Prima di parlare di tennis parliamo di bonazzi. Sono quasi giunto alla conclusione che l’ente del turismo australiano cerchi di attirare visitatori gay, è la spiegazione più sensata!
Lungo il fiume ci sono alcune scuole di canottaggio posizionate in belle strutture l’una accanto all’altra. Avvicinatomi alla prima ho notato un terzetto di manzi che riponevano le canoe appena utilizzate. Che c’é di strano, direte voi: sono sportivi ed è probabile che abbiano un bel fisico! D’accordo, per carità ma non è solo questo. Tutti e tre avevano la tutina da canottaggio sfilata dalle spalle e lasciata penzoloni. Praticamente arrivava ad altezza pube dando segni di voler scendere ancora. Non solo, i tre ragazzotti stavano pulendo le canoe schizzandosi con la canna dell’acqua e lavando con spugne piene di schiuma. Praticamente l’inizio di un film porno!
A malincuore ho continuato a passeggiare fino alla successiva scuola posizionata una cinquantina di metri più avanti. Questa scuola di canottaggio era per universitari ed ecco ancora dei ragazzini belli spalluti con la tutina da gara penzoloni. Nessun gioco con l’acqua in questo caso, semplicemente si stavano spalmando la crema solare a vicenda!
Due volte su due scene da film porno? Due volte su due tutti ragazzi di bell’aspetto e mezzi nudi? Ditemi che c’é una lobby gay alle spalle, non può essere un caso!
Passato l’angolo ormonella del fiume ho raggiunto la sponda opposta dove si trovava il villaggio degli Australian Open. Si tratta di una vasta struttura piena di mini bar, giochi gonfiabili per bambini, piccoli campi da tennis e poltrone per seguire le partite sui maxi schermi. C’è anche un’enorme palla da tennis accanto alla quale è possibile farsi fotografare e io non potevo certo esimermi!
Continuando attraverso il villaggio si raggiunge un ponte che supera la ferrovia e porta fino ai campi del torneo. Ovunque ci sono persone con il pass e l’atmosfera è allegra con un tocco un po’ aristocratico. Purtroppo di tennis non capisco veramente niente altrimenti avrei provato a vedere almeno una partita.
Ed eccomi alla fine del viaggio. Dopo un buon pranzo e qualche altro giretto sono tornato in hotel per preparare i bagagli e andare in aeroporto. Dopo altre 24 ore di volo sono tornato a casa felice di poter abbracciare Cristian e contento di aver vissuto per una settimana in una bellissima città.
Difficile dire se sia meglio Sydney o Melbourne perché le due città hanno stili completamente differenti. A conti fatti penso che Sydney sia perfetta per un viaggio ma Melbourne sia meglio per viverci. Comunque se ci si spinge fino all’Australia si devono assolutamente vedere entrambe!