
Questo pomeriggio io, Cristian e Ivan siamo andati al cinema a vedere il nuovo film della splendida Nia Vardalos: Il Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco 2!
14 anni dopo il mitico primo film tutto il cast originale torna per una nuova avventura e un nuovo matrimonio. La storia ci racconterà della figlia di Toula e Ian – Paris – e della scelta del suo college oltre che a quello che succederà quando i genitori di Toula scopriranno di non essere veramente sposati per una firma mancante nel loro certificato di matrimonio.
Ma prima di tutto ecco il trailer ufficiale:
La cosa straordinaria di questo film è che sono realmente riusciti a recuperare tutto il cast originale. Nessuna sostituzione, nessuna scomparsa, addirittura la vicina che aveva una sola minuscola scena è stata richiamata per quello che è veramente un viaggio nostalgico.
La nostalgia è sia la forza che il limite di questo secondo capitolo. Non potrebbe esistere senza il primo e quindi rimane sempre incatenato al passato e la maggior parte delle battute sono riferimenti a quanto visto 14 anni fa. Questo non vuol dire che non sia divertente ma se visto come titolo a parte risulta mediocre, visto come seguito non arriva al livello dell’originale.

L’impressione poi è che gli sceneggiatori abbiano cercato di inserire il maggior numero di idee in un unico film. Come se volessero approfittare di questa occasione per raccontare il più possibile di questa grossa e chiassosa famiglia che noi – assieme a loro – abbiamo imparato ad amare. Il problema è che molti spunti carini non vengono sviluppati e rimangono un po’ come delle scenette poco legate al resto.
Un esempio è il praticamente cameo di John Stamos e Rita Wilson. Ci vengono presentati con una interessante premessa per poi sparire e tornare solo per altri 30 secondi.
Quello che continua a funzionare benissimo sono le scene corali con tutta la famiglia. L’unico neo è che se ne devono essere accorti anche gli sceneggiatori e hanno forse esagerato un pochetto. Come facciamo a rendere interessante quest scena? Mettiamoci tutta la famiglia e strappiamo sicuramente degli applausi.
Spoilers
Entriamo ora nel dettaglio di qualche passaggio fondamentale. Vorrei farvi capire meglio cosa intendo quando dico che si è cercato di mettere di tutto in questa pellicola.
Per qualche motivo si è deciso di mettere un po’ in crisi Toula e Ian anche se in crisi non lo sono proprio! L’alchimia di coppia è ancora tutta lì, la comprensione da parte di Ian degli aspetti esagerati della famiglia Portokalos non è cambiata, il desiderio di dedicarsi del tempo come marito e moglie è comune ad entrambi… e quindi?
Continuano a ripetersi che sono molto presi e che forse vivono troppo la vita della figlia ma lo fanno da coppia unitissima e perfettamente consapevole di quello che stanno facendo. La cosa non può reggere, senza crisi non c’é ricongiungimento, loro non sono in crisi e quindi nessuno crede necessario il loro blando ricongiungimento.
Certo, sono i genitori di una figlia adolescente che deve decidere dove andare al college, Toula è figlia di un padre anziano con qualche acciacco ma questo è un film, il dramma deve essere un po’ accentuato per essere credibile.
Verso la fine del film si dichiarano lo stesso amore che avevano alla fine del primo capitolo – e che hanno mantenuto per tutta la seconda pellicola – e decidono di fare finta di sposarsi di nuovo. La scena è molto tenera e strappa una lacrimuccia ma è quasi un regalo fine a se stesso per i fan che conoscono i due personaggi da quasi 15 anni.

Allo stesso modo durante la festa di matrimonio dei genitori Toula parla di adozione… perché? Stanno per salutare la figlia che farà il college a New York, riprendersi la loro autonomia e vogliono adottare? Non ha senso, soprattutto perché arriva dal nulla, senza riferimenti precedenti.
In modo simile incontriamo lo zio di Toula che il padre non vede da moltissimi anni e col quale non ha più un buon rapporto. Le cause del loro allontanamento vengono dette in due minuti, poi lo zio – sorpresa!!! – arriva e nel giro di cinque minuti hanno fatto la pace. Certo, il suo personaggio servirà successivamente ma perché creare un piccolo dramma e risolverlo nel giro di due scene?
Parliamo un momento di Paris. Lei, assieme al secondo matrimonio dei genitori di Toula, ha un ruolo portante per tutto il film. E’ uno dei pochi personaggi nuovi e quello che ci permette di vedere Toula e Ian nel ruolo di genitori anziché fidanzati. L’attrice Elena Kampouris è molto carina e brava e racconta bene il ruolo di una figlia adolescente stiracchiata tra il desiderio di essere autonoma e l’amore – e la sicurezza – della propria famiglia.
Il nonno Gus la vorrebbe fidanzata con un ragazzo greco (ovviamente) e quasi dal nulla scopriamo che lei è innamorata di un compagno di scuola. I due vanno assieme al ballo di fine anno, lei scopre che lui è di origine greca, si baciano, lui la accompagna alla festa di matrimonio dei nonni e… niente. La scena dopo la vede a New York per iniziare il college e non abbiamo idea se il rapporto continuerà.
Ma perché costruire tutto questo se poi non si sfrutta la storia? Il ragazzo che le piace contraccambia, è greco come lei, bastava che la cosa venisse fuori alla festa per far ridere tutti e invece il vuoto totale.
Tutti questi esempi danno l’impressione che da una parte ci fosse voglia di raccontare molto e poi in sala di montaggio si siano persi dei pezzi importanti. Il film dura un’ora e mezza, penso di potesse allungarlo un pochetto oppure togliere delle parti senza sviluppi come la storia del fratello o quella di John Stamos.
Ultimissima cosa prima di vedere un aspetto gayo. Ricordate Mike, il professore amico di Ian che si invaghisce di una cugina di Toula? Per qualche motivo non è più un insegnante ma è diventato poliziotto. Temo che l’unico motivo per questa scelta fosse per usare le macchine della polizia in una scena del film… un po’ tirato per i capelli…
Passiamo ad un tocco LGBT nella pellicola. Un aspetto che mancava 14 anni fa e che si accoglie volentieri. Uno dei personaggi storici si rivela essere gay! Avevo sentito la cosa in una recensione ed avevo subito pensato a Nick: il fratello di Toula. Nel film originale non era sposato, aveva una buona vena artistica ed era un manzetto muscoloso che lo rendeva appetibile per la nostra comunità.

Purtroppo non ci avevo azzeccato, si tratta invece del cugino Angelo (Joey Fatone). Il tutto si svolge in due scene. La prima dove Nick lo accusa di tenere qualcosa nascosto alla famiglia e lui trova il coraggio di ammettere con la madre che il suo partner di lavoro (non greco) è anche il suo partner nella vita. La seconda quando alla festa di matrimonio anche il padre di Angelo lo conosce e sono tutti contenti di poter vivere alla luce del sole.
I tempi sono cambiati e una sottostoria alla Mambo Italiano non sarebbe stata credibile, ma perché buttare lì un ennesimo argomento poco sviluppato. Ancora una volta si poteva toglierlo del tutto o svilupparlo quel tanto che basta per essere coinvolgente.
Eccoci arrivati alla valutazione finale. Il film da solo è mediocre e un po’ un’occasione persa. Se però affiancato all’originale recupera qualche punto. Se si è nostalgici e si ha voglia di rivedere i luoghi e i personaggi della prima pellicola è da non perdere. Purtroppo non va molto oltre questo aspetto… tanta nostalgia e poche novità veramente interessanti.
Da un’attesa così lunga ci si aspettava sicuramente di più. Certo però che il primo capitolo era una commedia troppo perfetta per essere facilmente superabile!