La Cura del Sonno

Lo scorso weekend siamo stati a Mantova per la tradizionale trasferta al Festivaletteratura. Oltre al classico elemento eno-gastronomico (la Sagra dei Turtei a Cappelletta è una necessità) abbiamo anche partecipato ad un incontro del festival: Verità Letterarie con Teresa Ciabatti e Elisabetta Bucciarelli.

Più che raccontare questo evento del festival volevo soffermarmi su un particolare inquietante raccontato da Teresa Ciabatti: la Cura del Sonno.

Il padre dell’autrice è stato uno scomodo e ingombrante personaggio ombra della Prima Repubblica. Massone e probabilmente uomo di spicco della P2 ha gestito la propria casa versandoci il suo potere assoluto. La moglie è stata la vittima più perseguitata tanto da seguire una cura molto costosa che veniva ritenuta valida all’inizio degli anni ’80. La cura – a quanto pare adatta a casi di depressione o tossicodipendenza – veniva applicata addormentando il paziente per qualche settimana fino ad un massimo di un mese. Lei è rimasta addormentata per un anno.

Per assurdo nessuno ha considerato questa cura come violenza su questa donna perché lo scopo era aiutarla con una tecnica all’avanguardia… tecnica che credo – e spero – non venga più praticata.

Teresa e il fratello gemello avevano 6 anni quando si è addormentata e 7 quando si è svegliata. Loro madre ha perso un anno dei propri figli in un periodo quando i bambini crescono a vista d’occhio. Com’é possibile che una persona avesse il diritto di limitare quali emozioni un altro essere umano potesse vivere e immagazzinare?

Come dicevo non voglio entrare le merito dell’accaduto ma solo fermarmi un attimo davanti ad una così grande crudeltà e limitazione della propria libertà. Com’é possibile accettare di addormentarsi per un anno? Dal punto di vista psicologico cosa si potrà mai provare al risveglio?

In quegli anni la vita era più lenta, la mancanza di alcune tecnologie moderne rendeva le giornate meno dense eppure un anno era sempre un tempo lunghissimo. Se penso al mio passato non riesco ad isolare 12 mesi che avrei potuto non vivere. Anche nei periodi più difficili ci sono piccoli momenti di gioia o accadimenti che ci rendono più forti per affrontare future sfide. Ancora più incredibile sarebbe scegliere un momento futuro per iniziare questa folle cura.

Certo, i destinatari erano principalmente pazienti depressi che probabilmente fanno molta più fatica di me a notare gli aspetti positivi della propria esistenza ma pensare che dormire per giorni potesse essere utile al momento del risveglio mi stupisce profondamente.

Tutto qui, volevo tenere traccia di questa informazione e in qualche modo dare forma al sentimento vissuto durante l’incontro, un sentimento spiazzante.

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