Moonlight

Con un ritardo clamoroso e imperdonabile sono finalmente riuscito a vedere Moonlight, film a tematica gay vincitore dell’Oscar come miglior film.

La pellicola racconta la storia di un personaggio attraverso tre capitoli della sua vita: Little quando è un bambino, Chiron quando è un adolescente e Black quando è un giovane adulto. In questi tre capitoli conosciamo anche sua madre (sempre più nel vortice della droga), Kevin (suo miglior amico), Juan (affettuoso spacciatore) e Teresa (moglie di Juan). Ci saranno anche dei bulli (in particolare Terrel) e qualche altro personaggio secondario ma praticamente tutta la vicenda di svolge con pochi attori.

Mi aspettavo un film con tanti accadimenti, una storia complessa portata avanti su tre periodi diversi e invece sono rimasto positivamente sorpreso da un racconto appena tratteggiato, tre flash pieni di significato e di emozione.

E’ come vedere un riassunto di quasi due ore il cui scopo non è ridurre un’intera esistenza ai minimi termini, bensì focalizzarsi solo su quello che il regista ha ritenuto importante. Le molte parti mancanti possono essere intuite ma comunque non serve sapere tutto, quello che torna allo spettatore è già moltissimo.

Quando ha vinto l’Oscar ho pensato che fosse in parte meritato e in parte doveroso perché i film con afroamericani protagonisti sono stati spessissimo snobbati dall’Academy. Erano anche i primi premi durante la presidenza Trump e quale modo migliore per mandargli un bel dito medio se non far vincere Moonlight? Posso invece dire che questo film meritava il premio a prescindere da quello che pensavo: è un capolavoro di cinematografia ma in più riesce in qualcosa di straordinario ovvero decostruire la mascolinità e gli stereotipi verso gli uomini di colore.

Ok, l’ultima frase è complicata ma fondamentale per capire il valore di questo film. Vediamo di entrare un po’ più nel dettaglio sotto la protezione dagli spoilers.

Spoilers

Gli uomini di colore sono tutti dei criminali

Juan è uno spacciatore, ci viene detto immediatamente, eppure il degrado dello spaccio non è mai al centro della storia ma serve solo per sottolineare lo stridore tra un mestiere criminale e un personaggio estremamente positivo.

Juan probabilmente è diventato spacciatore perché costretto da una società oppressiva e mai inclusiva ma questo è uno degli aspetti che non vediamo e in fondo non serve sapere con certezza.

La mascolinità deve essere dimostrata con l’aggressività

Juan è un personaggio estremamente mascolino ma questo suo aspetto non viene per nulla scalfito dalla sua amorevolezza sia verso sua moglie che verso Little. Nella sua mascolinità non c’é niente di volgare, nessuna prepotenza da maschio alpha o mancanza di rispetto verso le donne solo per cercare di mostrarsi superiore.

Black somiglierà tantissimo a Juan e in più metterà nel calderone della decostruzione l’essere omosessuale.

Il vero uomo allontana tutto ciò che è femminile e omosessuale

Juan e Black non hanno paura di piangere e mostrare (in modo molto diverso) le proprie emozioni. Da un personaggio come Juan ci si sarebbe aspettato un attacco verso il mondo gay e invece ecco un dialogo straordinario:

Little: [innocently] What’s a faggot?
Juan: A faggot is… a word used to make gay people feel bad.

[long pause]

Little: Am I a faggot?
Juan: No. You’re not a faggot. You can be gay, but you don’t have to let nobody call you a faggot.

Gli spacciatori sono disonesti e incapaci di costruire niente di duraturo

Juan e Teresa costruiscono una casa più bella di quella dove vivono Chiron e sua madre. La loro casa è un porto sicuro che parla di stabilità, affetto profondo e rispetto.

Juan (e poi Black) ha una pistola che sembra però usare solo per proteggere casa sua e chi gli sta vicino. Non c’é la spavalderia di un pistolero nei suoi occhi e neppure la protezione forzata di un uomo-padrone.

Gli uomini di colore cercano solo appagamento sessuale

Ecco tornare al discorso dello stereotipo della mascolinità. Black è un ragazzo di straordinario aspetto con un fisico invidiabilissimo e (che sia gay o meno) ci si aspetta che viva il sesso in maniera  disinvolta e senza sentimenti.

Niente può essere più lontano da quello che vediamo nella pellicola. A tal proposito ci sono due aspetti molto interessanti. Il primo è che Black – al pensiero di rivedere Kevin dopo 10 anni – ha un sogno bagnato.

L’altro sono le ultime battute del film, quando i due amici si rincontrano e Black scaraventa un’ondata emotiva sullo spettatore con uno sguardo che è un misto di reticenza e vulnerabilità accompagnato queste tre battute:

Black: [to Kevin] You are the only man that’s ever touched me.

[long pause]

Black: You’re the only one.

[long pause]

Black: I haven’t really touched anyone since.

Gli uomini gay di colore devono essere maschili e attivi

Questo si collega al punto precedente e ad uno stereotipo spesso portato avanti dalle case di produzione di film porno gay. Se prendete dei film porno interracial l’attore di colore è molto mascolino, ha quasi sempre un ruolo attivo e il rapporto è raccontato in termini di forza bruta e aggressività contro l’attore caucasico.

Il rapporto che invece si consuma tra Chiron e Kevin è totalmente diverso. C’è una piccola carezza, dei baci e la sensazione che Chiron stia cercando protezione in un momento difficile.

Nella scena conclusiva del film ritroviamo Black e Kevin in una posizione simile a quella del loro primo rapporto: il secondo che accarezza la testa del primo che è appoggiato al collo dell’altro. Siamo molto lontani da una sessualità fine a se stessa che ignora la seconda persona presente. Black sembra aver voluto rivedere Kevin per ritrovare l’affetto e l’intimità che altre persone non potevano dargli. Non ha certamente fatto tutta quella strada per una sveltina…

Qualcuno potrebbe obiettare che i personaggi sono poco credibili (uno spacciatore dal cuore d’oro, un ragazzo prestante casto e puro…) ma il punto è che le emozioni sono più importarti della scientifica rappresentazione della realtà. Come scrivevo all’inizio il film è tratteggiato, volutamente carente nei dettagli ma comunque sempre credibile. Questo è possibile grazie a straordinarie interpretazioni e al fatto che la credibilità è lasciata alle emozioni.

Si sente anche forte l’intento di far pensare il pubblico all’uscita del cinema. La decostruzione lascia spazio alla ricostruzione nelle menti di chi ha saputo entrare in sintonia con la storia. Credo che si possa pretendere poco di più da un film!

Passiamo ora ad un aspetto più leggero, ovvero la bonaggine dell’attore che interpreta BlackTrevante Rhodes. Ecco una galleria celebrativa!

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