Love, Simon

Dopo aver letto il libro sono riuscito ad andare col mio amico Roberto a vedere il film Love, Simon. Mi erano state fatte delle recensioni entusiastiche ma ciononostante non ero pronto per un film così ben fatto e intelligente.

La storia riprende i punti principali del libro e ne aggiunge e modifica alcuni. Il risultato è un film più moderno del libro (pubblicato nel 2015) ma soprattutto è una pellicola che tratta il tema dell’omosessualità con tutta la sua normalità.

Iniziamo con il trailer del film:

Mi piace molto questo trailer perché riassume veramente gli aspetti principali della vita di Simon e setta perfettamente il mood di quello che vedremo. Ci sono molte domande che il trailer può scatenare: Simon rivelerà la sua omosessualità? Come reagiranno i genitori? E gli amici? Chi è il misterioso Blue?

Tutte le risposte arriveranno ma ci si renderà conto che alcune domande non sono pertinenti. Come dico molto spesso alle lezioni che tengo per linee di aiuto telefonico, l’omosessualità non è mai il problema. L’emozione e il vissuto di chi chiama deve essere il focus della telefonata, l’essere gay è il contesto e non il nocciolo da sviscerare.

Allo stesso modo in questo film il problema non è l’omosessualità di Simon, bensì come lui interagisce con i suoi amici mentre cerca di nascondere le proprie inclinazioni. Anche con i genitori il punto di contrasto è la mancanza di sincerità e la paura di non essere stati accoglienti in passato.

I ragazzi di Mashreads hanno riassunto il valore di questo film con questa frase: è il film che avremmo voluto avere mentre scoprivamo di essere gay. La sua prorompente positività è una boccata d’aria fresca di cui si sentiva il bisogno.

Ed ecco quindi che spostato il sarcofago dell’omosessualità si cominciano ad intuire i veri temi del film. I principali – a mio avvisto – sono questi:

  • Quanto è accettabile mentire per proteggersi?
  • Fare outing significa togliere il libero arbitrio alle persone
  • Una persona omosessuale pensa al coming-out per mesi, chi è dall’altra parte ha pochi secondi per assorbire l’informazione
  • Scoprirsi dalla parte del torto è un sentimento difficile da gestire
  • Capire che i propri problemi non sono per forza quelli più seri è segno di crescita

Un esempio straordinario e commovente è il discorso che il padre fa a Simon qualche giorno dopo il coming-out. Jack sembra aver preso male l’omosessualità del figlio e invece il problema è un altro, è il fatto che all’improvviso si è sentito inadeguato per delle battute stupide in cui neanche lui credeva. Ecco il passaggio in questione:

Jack era un quarterback, il tipico esempio di sportivo senza cervello e invece piangendo dimostra che non abbiamo più bisogno di stereotipi e che le emozioni ci rendono quello che siamo più delle azioni.

Ma parliamo un attimo dell’attore che interpreta il ruolo di Jack: che manzo!!! Sia da giovare che da DILF!

Tornando alla storia c’é un punto in cui Simon riprende in mano la propria vita e lo fa con un post bellissimo sul social network scolastico:

Dear students of Creekwood High. As anyone with a half decent data plan already knows, a recent post on this very website declared that I was gay. The delivery left something to be desired, but the message is true. I am… gay.

For a long time, I was killing myself to hide that fact. I had all these reasons, it was unfair that only gay people had to come out, I was sick of change, but the truth is, I was just scared. First, I thought it was just a gay thing but then I realised that no matter what, announcing who you are to the world is pretty terrifying cause what if the world doesn’t like you.

So, I did whatever I could to keep my secret. I hurt the best, most important people and I want them to know that I’m sorry. I am done being scared. I’m done living in a world where I don’t get to be who I am. I deserve a great love story.

Disclaimer, this is about to get romantic as F. So, anyone adverse to gratuitous feelings kindly click over to the BuzzFeed quiz or resume the porn you paused to read this. This guy that I love once wrote that he felt like he was stuck on a Ferris wheel. On top of the world one minute, rock bottom the next. That’s how I feel now. I couldn’t ask for more amazing friends, more understanding family, but it would be all so much better if I had someone to share it with. So Blue, I might not know your name or what you look like, but I know who you are. I know you’re funny and thoughtful. You choose your words carefully and that they’re always perfect and I know that you’ve been pretending for so long it’s hard to believe that you can stop. I get it. Like I told you at the very beginning, I’m just like you. So Blue, after the play, Friday at 10, you know where I’ll be. No pressure for you to show up but I hope you do. Because you deserve a great love story too.

Love, Simon.

Ha deciso di non essere più una vittima e – soprattutto – di non permettere più a se stesso di usare l’ingiustizia come scusa per comportarsi male. Credo che sia questo a spingere Blue ad accettare l’invito e uscire allo scoperto davanti a tutta la scuola e a Simon.

Piccola nota divertente: Simon si arrabbia tantissimo quando è vittima di outing ma poi detta le regole del coming-out di Blue.

Non vedo l’ora che esca il film su iTunes per rivedermelo in loop!!!

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