Somare

Settimana scorsa, a Londra, sulla Piccadilly Line, ho finito di leggere un libro intelligente, commovente e spassossimo: Somare di Federico Boni.

Federico Boni è l’inventore di Spetteguless, uno dei primi siti di gossip lgbt nati in Italia. Prima di essere un gossipparo Federico è un giornalista cinematografico con una capacità quasi ipnotica di scrivere. Anche sul suo sito – nonostante gli argomenti leggeri – è solitamente arguto e certamente mai banale. Quando ha pubblicato la notizia che da lì a poche settimane sarebbe uscito il suo primo romanzo l’ho immediatamente messo nella mia wishlist di letture future. Siamo a pochi giorni dall’uscita e l’ho letteralmente divorato!

Per iniziare ecco la sinossi ufficiale:

Chi si diverte a Capodanno, si sa, lo fa tutto l’anno. È con quest’augurio che quattro amici si incontrano in un ristorante di Roma per festeggiare l’inizio del 2019, ma soprattutto per mandare definitivamente al diavolo il 2018: un anno di storie d’amore naufragate, di botta-e-via primaverili, flirt estivi, scappatelle autunnali e corna invernali. C’è Andrea, critico cinematografico sul web sottopagato e con alle spalle una lunga e tormentata storia d’amore vissuta a Milano. C’è poi Eleonora, l’amica del cuore, che ormai esce solo in locali gay, con disperazione della madre che da tempo la vorrebbe fidanzata e, chissà, anche accasata con tanto di figli. E infine ci sono Marco Culetta, sin dalla nascita segnato da un cognome quanto mai preveggente, bellissimo vincitore di Mister Gay Roma 2012 ma del tutto refrattario alle relazioni durature, e Michelangelo, finanziere, gay insospettabile, che ha scoperto l’amore per lo stesso sesso dieci anni prima proprio grazie ad Andrea. Da quel primo gennaio comincia per loro un anno fatto di nuovi incontri, Festival di Sanremo, disavventure, ma anche bellissime ed emozionanti sorprese. Federico Boni scrive un romanzo che racconta il mondo Lgbt senza peli sulla lingua, in tutti i suoi sacrosanti luoghi comuni e senza mai prendersi troppo sul serio.

Le storie dei quattro protagonisti non sono esemplari o straordinarie ma sono verosimili e parlano direttamente al cuore di noi gay italiani cresciuti negli anni ’80. Molti romanzi a tematica gay – tranne quelli per young adults che però hanno un approccio letterario completamente diverso – tendono a ruotare intorno ad un momento tragico o ad una forte tensione tra personaggi. Somare invece gira attorno alla normalità della vita omosessuale, la romanza ma non la riscrive mai completamente.

Questo spunto fa si che i protagonisti non diventino macchiette imprigionate in problematiche dove l’orientamento sessuale è sempre una spada di Damocle. Sono invece quattro persone normali che leggono e affrontano la propria vita con quel tocco arcobaleno che alleggerisce tutto quanto. Attenzione: alleggerire non vuol dire banalizzare, vuol dire essere seri senza però prendersi troppo sul serio.

Il romanzo è diviso in sei capitoli dal capodanno 2019 al Giugno dello stesso anno. Pur essendo una storia continuativa, ogni capitolo è quasi a se stante. Tra l’uno e l’altro possono passare settimane non raccontate che modificano le priorità nella vita dei quattro. Qualcosa che sembrava fondamentale in un capitolo si spegne ed è appena citato in quello successivo. Questo è un approccio interessante perché – proprio come nella vita vera – non tutte le cose che accadono hanno conseguenze profonde.

Quindi tutto perfetto? No, certamente ci sono delle imperfezioni ma per essere un’opera prima è straordinariamente ben realizzata! La scrittura è piacevole e coinvolgente, i dialoghi rapidi e taglienti e le descrizioni bilanciate. Ci sono tantissime mini citazioni imperdibili, ecco alcune delle mie preferite:

«Bellissimo con tre b, che poi Manuela ci si stranisce.»

«Amò, quello te lo stacca come Lorena Bobbit e se lo porta a casa come ricordo per sbatterselo in faccia quando è annoiato. Ma non lo vedi che è famelico?»

«Fatto sta che questa mattina, dopo una notte passata a grattarmela, sono corsa in bagno per una controllata e mi sono ritrovata questo schifoso esserino color topo che saltellava sul mio polpastrello. Ho urlato come Catherine O’Hara in Mamma ho perso l’aereo.»

«Marco. Ho le piattole.»

«E mi hai fatto perdere la replica del premio Pulitzer Silvia Toffanin che intervistava il premio Nobel Carmen Di Pietro per dirmi questa boiata? Eleonora, io ti denuncio.»

«Non ci credo finché non lo vedo. Sono anni che dici di volerti iscrivere a questa benedetta piscina. C’era Federica Pellegrini che ancora non aveva iniziato a rompere i coglioni con i Pavesini»

E poi un passaggio a cui mi sento particolarmente legato:

«Io odio i musical.»

«Faccio finta di non aver sentito, perché potrei anche andarmene immediatamente, lasciarti il conto da pagare e dire a tutti i presenti che c’hai il culo chiacchierato.»

Verso la fine del romanzo – senza spoilerare troppo – una delle madri dei protagonisti fa un discorso che in poche righe mi ha commosso. Ho iniziato a piangere davanti a tutti e non dimentichiamoci che ero su un vagone della Piccadilly Line!

In un paio di pagine Federico è riuscito a distillare la semplicità e profondità dell’amore di un genitore verso un figlio. Nelle stesse righe ha distrutto bigottismo e omofobia in un crescendo di emozioni che attraversano il lettore come una sciabolata benefica.

Sono rimasto talmente colpito che ho sentito il bisogno di scrivere a Federico per dirgli che “Mi piace pensare che il discorso di Elena possa essere una risposta moderna alla straordinaria Letter to Mama di Tales of the City… abbiamo davvero fatto così tanti passi avanti? Non sempre si vede ma penso proprio di sì.” E’ stato molto bello ricevere in risposta i suoi ringraziamenti.

Quindi tutti a comprare questo Somare!

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