
1° Dicembre! La stagione natalizia può ufficialmente cominciare!!! A dire la verità per me è iniziata da più di un mese ma ora posso uscire allo scoperto, per così dire. Un paio di settimane fa ho riletto lo splendido A Christmas Carol di Charles Dickens e ho pensato di dedicargli un post.
La storia è notissima eppure ogni volta che lo si legge qualche dettaglio attira la propria attenzione come se precedentemente non fosse stato nella pagina. Ma prima di arrivare al dettaglio che mi ha colpito vorrei ricordarne altri.
Questo libricino è riuscito in un’impresa incredibile, quella di regalarci un concetto di Natale non necessariamente religioso. Certo ci sono molti riferimenti alle origini della festa ma l’anima della storia è laica e quindi ancora più universale.
Questo pensiero è perfettamente riassunto da una frase di Fred il nipote di Scrooge:
There are many things from which I might have derived good, by which I have not profited, I dare say, Christmas among the rest. But I am sure I have always thought of Christmas time, when it has come round as a good time; a kind, forgiving, charitable, pleasant time; the only time I know of, in the long calendar of the year, when men and women seem by one consent to open their shut-up hearts freely, and to think of people below them as if they really were fellow-passengers to the grave, and not another race of creatures bound on other journeys. And therefore, uncle, though it has never put a scrap of gold or silver in my pocket, I believe that it has done me good, and will do me good; and I say, God bless it!
Proprio in virtù della sua anima laica questa storia è stata rimasticata in mille versioni diverse. Credo ci averla incontrata per la prima volta nella versione a cartoni animati della Disney con Uncle Scrooge (Zio Paperone) nel ruolo del protagonista. E’ una versione molto semplice ma il cuore della storia resta lo stesso.
Negli anni ’80 e ’90 molte serie TV usarono elementi della storia per le loro puntate natalizie. Gli spiriti del Natale passato, presente e futuro hanno avuto ogni sorta di rappresentazione e spesso erano scuse per costruire una puntata con frammenti di vecchi episodi. Me ne ricordo di stranissimi come quelli di Medicine Woman (La Signora del West) o Fame (Saranno Famosi) e uno più interessante di Doctor Who.
Nel 1988 è uscito Scrooged (SOS Fantasmi) con protagonista Bill Murray. In questo caso la vicenda viene portata agli anni ’70 e ’80 a New York con uno Scrooge rappresentato da un dirigente TV senza scrupoli. E’ un film carino ma bloccato nello stile urlato di quegli anni.
Nel 2009 è invece arrivata una versione in computer grafica firmata Disney e Robert Zemeckis. Molti elementi della storia originale sono presenti ma la mania di quegli anni di produrre contenuto in 3D ha un po’ bastardizzato il film con sezioni che non hanno più senso su un televisore di casa.
Ma come mai nonostante i molti tentativi nessuno sembra arrivare alla forza dell’originale? Credo che ci siano un paio di motivi. Prima di tutto Dickens non scriveva per lettori giovani tant’è che nell’originale ci sono molti passaggi tetri e per niente favolistici. L’altro è che l’autore raccontava molto la realtà inglese povera del tempo e i suoi libri prendono vita grazie a tantissimi minuscoli dettagli che vengono abbandonati nelle rivisitazioni.

Ed eccoci arrivare alla mia nuova scoperta di questa ennesima lettura. Nel secondo capitolo mentre Scrooge rivisita i Natali passati viene raccontata la festa da Mr. Fezziwig. Ci sono moltissimi invitati e due vengono descritti con questa semplice riga:
In came the cook, with her brother’s particular friend, the milkman.
Sbaglio o il fratello della cuoca e il lattaio sono una coppia gay? Altrimenti perché descriverli proprio in questo modo quando non vengono più citati per il resto della festa? L’inglese è una lingua dove quasi tutte le parole sono neutre, in questa frase invece il sesso dei due è chiaramente definito. I personaggi di Dickens sono veritieri ma non casuali e in questa storiella ognuno ha il suo piccolo ruolo. Sembra che il ruolo di questi due sia quello di accennare appena appena all’omosessualità.
Ma siamo sicuri che particular friend possa significare amanti? Vediamo cosa dice il dizionario:
Particular can also mean ‘special’, ‘remarkable’, ‘noteworthy’.
This can shade into ‘a particular friend’, meaning ‘close’, ‘familiar’ or even ‘intimate’, this giving rise to an archaic euphemism for ‘[sexual] lover’, ‘partner’.
Non credo che ne avremo mai conferma ma a me piace pensare che siano una coppia così da rendere per me questa storia ancora più personale.
Tra i mille adattamenti ce ne saranno anche a tematica gay, no? Ebbene sì. Nel 2012 è uscito Scrooge & Marley dove la storia ha certamente un tocco gayo. Non è un capolavoro ma nel suo essere pressapochista è tenero e differente.
La storia piena di fantasmi di Dickens diverte e commuove in mille modi. In un libro che ho letto qualche tempo fa ho incrociato un parallelismo inaspettato che però mi ha subito convinto e profondamente colpito.
Il libro è Traveling Light di Katrina Kittle. La storia viene raccontata da Summer e parla di suo fratello Todd che sta morendo di AIDS. Accanto a lui c’é il devoto compagno Jacob, un attore di Hollywood che molla tutto per stargli accanto negli ultimi mesi.
Jacob accetta il ruolo di Bob Cratchit in una produzione locale di A Christmas Carol e Todd e Summer vanno a vedere una rappresentazione. Ecco come viene raccontata:
The houselights fell, and I discovered that my aunt Marnee was wrong. It wasn’t the ghosts or tombstones that haunted those of us who had come.
It was Bob Cratchit.
I expected brilliance from Jacob but had not given much thought to the role he was playing. He wrung our hearts as he looked with such love and adoration upon his poor, ailing Tiny Tim. He looked with the eyes of a man who was prepared for inevitable loss. Who knew the loss would come, but who did all in his power to stave it off just a month longer…just a day…
Dopo tanto tempo rileggere queste frasi mi riempie gli occhi di lacrime. E’ questo il potere universale di un classico, non serve neanche rivedere la trama o i protagonisti, basta un punto di vista leggermente diverso e una situazione completamente aliena si ritrova nell’animo del racconto.
Chissà cosa noterò l’anno prossimo all’ennesima rilettura o in qualche altro libro o film.