Luca

Con un ritardo clamoroso (grazie, COVID) lo scorso weekend ho finalmente visto Luca, l’ultimo capolavoro della Pixar. Ecco la sinossi ufficiale e il trailer.

Set in a beautiful seaside town on the Italian Riviera, Disney and Pixar’s original feature film “Luca” is a coming-of-age story about one young boy experiencing an unforgettable summer filled with gelato, pasta and endless scooter rides. Luca shares these adventures with his newfound best friend, but all the fun is threatened by a deeply-held secret: they are sea monsters from another world just below the water’s surface.

Avevo molte aspettative per questo film e sono state tutte ripagate e superate. L’ambientazione ligure è perfetta, mai caricaturale o forzata il che la trasforma in un godibilissimo sfondo alla storia. Ho visto il film in lingua originale e ho trovato spassosissimo ascoltare le piccole parole e frasi in italiano che sfuggono di tanto in tanto.

Alla fine del film mi sono domandato: che cosa voleva raccontarmi il regista Enrico Casarosa? Ebbene il film è un inno alle amicizie giovanili che diventano eterne sotto il caldo sole estivo. Amicizie che vivono di semplicità e spensieratezza ma che non hanno paura di affrontare momenti difficili.

Il rapporto tra i due protagonisti – Luca e Alberto – regge l’intero film tanto che le cose che gli succedono hanno significato solo per come loro reagiscono. C’é un insopportabile antagonista (Ercole), una nuova straordinaria amica (Giulia), un adulto fissato con i mostri marini (Massimo), due genitori preoccupati (Daniela e Lorenzo) e un improbabile zio (Ugo) ma tutti vanno in secondo piano perché quello che interessa è solo l’amicizia tra i due giovani.

Ho trovato straordinario questo approccio alla pellicola perché la rende profondamente emozionante e senza tempo. Qualche critico ha storto il naso per come il rapporto tra uomini e mostri marini si risolve velocemente nel paesino di Portorosso ma ancora una volta: non è quello il punto. Quello che veramente conta è ciò che succede subito dopo quando Luca e Alberto si rendono conto che la loro amicizia si basa sulla vicinanza affettiva e non fisica.

Il film parla anche di solitudine e abbandono e di come ragazzi e adulti reagiscono alla loro comparsa. Ci dice anche che ognuno chiede aiuto a modo suo. Infine ci ricorda che essere vincenti conta solo se si può condividere la vittoria con gli altri.

Da moltissimi anni la Pixar sforna titoli sempre divertenti ma anche profondi. E’ un loro marchio di fabbrica da sempre e stanno diventando sempre più bravi. Riuscire a divertire i bambini e a far ragionare gli adulti è un’arte che cresce un pubblico attento e mai superficiale. Questo però spinge anche a immaginare ben oltre il perimetro del regista.

Basta fare un giro veloce online per trovare comparazioni tra Luca e Call Me By Your Name di Luca Guadagnino. Entrambi sono ambientati in Italia con due giovani protagonisti molto affiatati ma per quanto mi piacerebbe che ci fosse un collegamento è certamente impossibile: Enrico Casarosa ha dichiarato che Luca e Alberto vivono un’amicizia prima che la pubertà e la sessualità inizino a scombinare tutto quanto. C’é anche da dire che Luca è ambientato negli anni ’50/’60 mentre Call Me By Your Name negli anni ’80.

Più che la tematica gay credo che l’estate sia ciò che unisce così tanto i due film. I lunghi mesi estivi delle vacanze sembrano infiniti e pieni di possibilità. E’ come se questo non luogo lontano dalla vita scandita della scuola e del lavoro dia spazio a scoperte e emozioni inaspettate. Sono mesi di libertà e di ritmi morbidi dove si osa e si rischia di più per poi portarsi a casa in città quello che ha funzionato.

Sono contentissimo di averlo visto anche se con ritardo. Luca è stato una scoperta da vedere e rivedere.

Comments

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.